SCARLINO – «Al mio appello sull’inceneritore di Scarlino ho ricevuto un rifiuto e due mancate risposte: gli altri candidati hanno timore a schierarsi apertamente contro l’impianto?» a dirlo è la candidata a sindaco, Francesca Travison.
«Al mio appello per la firma di un documento condiviso sulla contrarietà all’inceneritore di Scarlino – spiega la candidata – ho ricevuto solo un rifiuto, tra l’altro scontato, mentre gli altri due candidati sindaco neppure si sono preoccupati di rispondermi privatamente o pubblicamente. Sottoscrivendo il documento avremmo garantito agli scarlinesi che chiunque vincerà le Amministrative avrebbe poi difeso in tutte le sedi la volontà della popolazione di non far ripartire l’impianto. Eppure, come ci aspettavamo che accadesse, Marcello Stella e Emilio Bonifazi non hanno neppure risposto alle mie sollecitazioni, mentre Roberto Maestrini ha inviato alla stampa un comunicato delirante, nel quale ancora una volta tiene a sottolineare la sua estraneità ai partiti di centrosinistra».
«Non solo – prosegue Travison – mi accusa di non essermi battuta contro l’inceneritore in questi cinque anni in cui ho ricoperto il ruolo di consigliere di minoranza. Mi viene per questo un dubbio: forse Maestrini non era presente a Scarlino per rendersi conto del mio impegno in Consiglio comunale? Le sue visite sporadiche in paese sono riconducibili solo alla settimana di agosto in cui si celebravano le Carriere. Quando poi mi taccia di strumentalizzare un argomento così delicato come quello inerente l’inceneritore, perché manovrata da partiti e da giochi politici sotterranei, cade nel ridicolo: la mia lista civica è appoggiata dal centrodestra, lo ribadisco ancora una volta».
«Maestrini invece – dice ancora la candidata – continua a mentire dicendo che la politica è fuori dalla sua compagine, quando come promotore ha un ex sindaco del Pd di Scarlino, quando lui stesso è stato consigliere comunale per lo stesso partito e sotto lo stesso sindaco, quando perdipiù proprio loro erano alla guida del Comune negli anni decisivi della vicenda inceneritore. Dal 2009 al 2014 quando hanno amministrato Scarlino Bizzarri e Maestrini, l’impianto ha ricevuto il primo benestare dalla Provincia di Grosseto, sempre in mano al centrosinistra: perché allora non lottarono contro l’apertura di quel ferrovecchio? Era quello il momento di opporsi come Comune sede d’impianto: e invece nulla venne fatto e oggi Scarlino ne paga le conseguenze».
«Strumentalizzare – conclude Travison – è il termine di chi non sa decidere di fronte alle situazioni, atteggiamento tra l’altro tipico del centrosinistra, per rimanere a cavallo tra più opzioni. Quando ho proposto il documento ai candidati sindaco di Scarlino l’unica intenzione era quella di assicurare agli scarlinesi una posizione netta e decisa da parte di chiunque andrà a amministrare il Comune contro l’inceneritore di Scarlino. Adesso i cittadini sanno quali sono state le risposte: a loro la scelta dentro le cabine elettorali».