GROSSETO – 15 milioni di euro. È la cifra totale che è stata destinata dalla regione ai distretti della Toscana tra cui il nostro distretto rurale. Anzi una parte di questi 15 milioni è propriamente dedicata alla nostra terra. Due bandi, uno da cinque milioni di euro, e l’altro, presumibilmente, da dieci, che sono stati presentati questa mattina presso la Camera di commercio della Maremma e del Tirreno.
Il primo bando, già uscito, riguarda i progetti integrati di distretto e vuole finanziare, o cofinanziare investimenti di sviluppo e consolidamento delle imprese che fanno parte di questi distretti. Su questo bando, presentato da Fabio Fabbri, dirigente della direzione agricoltura e sviluppo rurale della Toscana, la Regione ha messo la cifra di cinque milioni di euro.
Il secondo bando, che prevede un investimento di dieci milioni di euro, e che è stato presentato da Albino Caporale, direttore delle attività produttive della Regione toscana, non è ancora stato pubblicato. Il bando è pensato per investimenti in ricerca e sviluppo. Si tratta di investimenti strettamente correlati alle finalità dei distretti, e una quota parte in questo caso dovrebbe essere riservata specificamente alle imprese del nostro distretto. E questo perché le nostre imprese hanno già presentato lo scorso anno, sul Mipaaf, la loro progettualità su questo tema di ricerca e sviluppo.
«Questi soldi sono un’opportunità per l’intera area – afferma Enrico Rabazzi presidente del distretto rurale – sono i soldi per l’agricoltura, e questi cinque milioni potrebbero anche essere implementati. Per quanto riguarda l’altro bando, quello da dieci milioni, i soldi vengono dal Por e sono destinati all’innovazione e alla ricerca. Il rischio è, che da risorse, si trasformino e che quelle che sono opportunità non vengano spese a causa di lacci e lacciuoli all’interno del bando stesso».
«Il distretto rurale però non può essere visto solo come un’opportunità di attirare risorse – prosegue Rabazzi -, io credo che invece sia una filosofia e un modo di ragionare allargato di un territorio più ampio e di come questo si pone verso l’esterno. Deve servire per confrontarsi, con le istituzioni con i sindaci, con le associazioni e riuscire a mettere in campo una programmazione a più livelli». E Rabazzi propone, per le aziende che sono un’eccellenza del territorio, che i loro prodotti, da Arezzo sino al mare, siano i prodotti del Distretto rurale.
Nella foto: Remo Grassi, Enrico Rabazzi, Fabio Fabbri, Albino Caporale