MASSA MARITTIMA – Una donna che tiene due belve con le catene, figure di armati che presidiano il cunicolo di accesso alle falde dell’acqua, altri disegni incompleti raffiguranti due animali a protezione del cunicolo: sulla destra un grosso leone e sulla sinistra presumibilmente un orso, sulla lunetta superiore invece una sirena con due code come usava nell’antichità.
Sono queste le pitture murali risalenti al XIII secolo dai colori intensi, profane e uniche nel suo genere in Italia, emerse dopo il nuovo restauro della Fonte dell’Abbondanza a Massa Marittima grazie all’Art Bonus e presentate ieri giovedì 4 aprile per la prima volta al pubblico. Alla cerimonia di scopertura erano presenti il sindaco, l’assessore alla cultura, l’assessore ai lavori pubblici, il restauratore Massimo Gavazzi lo storico dell’arte Alessandro Bagnoli, Giulia Manca della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Siena Arezzo e Grosseto, Lucia Steri responsabile comunicazione Art Bonus Ales Spa, Mirko Neri direttore amministrativo dell’Acquedotto del Fiora e l’architetto Sabrina Martinozzi responsabile dell’Ufficio Lavori Pubblici del Comune.
La Fonte dell’Abbondanza è uno dei simboli di Massa Marittima, situata all’ingresso del centro storico medievale e vista da migliaia di visitatori. Un’opera edificata nel 1265 dal Podestà Ildebrandino su tre arcate e che è stato il principale luogo di approvvigionamento idrico della città. In origine infatti le vasche erano piene d’acqua e le pareti riccamente affrescate con pitture uniche del suo genere come il famoso Albero della Fecondità situato nella prima arcata. I lavori di restauro, realizzati interamente grazie all’Art Bonus per oltre 32 mila euro, hanno riguardato la seconda e terza arcata del monumento e proprio li sono emerse le nuove pitture. “Sono una straordinaria testimonianza di affreschi profani medievali – ha spiegato il critico d’arte ed ex funzionario della Soprintendenza Alessandro Bagnoli tra i primi ad aver studiato il monumento – che spesso ritroviamo nelle fonti di quell’epoca ma le pitture di Massa Marittima sono un caso unico per i temi trattati e le dimensioni così vaste.
“I lavori di restauro sono durati 5 mesi – ha aggiunto il restauratore Massimo Gavazzi – e abbiamo utilizzato una tecnica per togliere le incrostazioni calcaree tipiche di un ambiente di questo tipo, con l’utilizzo di bisturi e strumenti micromeccanici. Dopo questa fase siamo passati alla pulitura, il consolidamento chimico e l’integrazione pittorica”. I mecenati che hanno contributo a finanziare questa fase del restauro della fonte sono stati la famiglia inglese Forte e l’azienda di Piombino Mp Esco mentre l’Acquedotto del Fiora Spa si è impegnato a finanziare con 50 mila euro la parte finale del progetto che comprende anche gli interventi di messa in sicurezza, un nuova illuminazione e la spettacolarizzazione delle fonti con supporti multimediali per favorire la fruizione del bene da parte del pubblico. “Abbiamo contribuito con grande entusiamo a questo progetto – ha detto Mirko Neri direttore amministrativo dell’Acquedotto del Fiora – perchè come azienda locale abbiamo condiviso subito le finalità del restauro che riguarda il recupero di un bene artistico così importante per il territorio come la Fonte dell’Abbondanza”.
“Il Comune di Massa Marittima rappresenta un modello per le amministrazioni pubbliche che vogliono intraprendere un percorso con l’Art Bonus – ha sottolineato Lucia Steri responsabile comunicazione Art Bonus Ales Spa – un progetto realistico e finanziabile che rappresenta una buona pratica dimostrata anche dal fatto che Massa Marittima è arrivata al secondo posto al Concorso Nazionale Art Bonus 2018 davanti a città molto più blasonate”.