GROSSETO – I numeri parlano da soli, si dice di solito. Anche se le cose non stanno proprio così. Perché i numeri fotografano una situazione, dopodiché c’è da intendersi sulle cause. I primi dati statistici relativi al turismo in provincia di Grosseto elaborati dalla Regione non fanno eccezione alla regola.
Partendo dalla regione nel suo complesso: nel 2018 alla Toscana è andata piuttosto bene, migliorando il già buon risultato dello scorso anno. Un rotondo + 3,8% che corrisponde al record di oltre 48 milioni di presenze complessivamente registrate, con un milione e 700.000 pernottamenti in più sull’anno precedente. Tradotto in persone in carne e ossa che hanno calcato le strutture turistiche ufficiali – hotel, campeggi, Rta, Cav, residence, dimore storiche – si è trattato di 14.389.354 esseri umani. Con una permanenza media di 3,3 giorni (3,4 nel 2017), che continua lentamente a calare nel tempo.
Quello che colpisce, in termini generali, è il fatto che a trainare la buona performance regionale sono le città d’arte (+6,8%) e gli Ambiti turistici “di campagna” (+6,5%), con una media quasi doppia rispetto a quella regionale. Meno bene – nel senso che rimane stabile sul 2017 – va un po’ tutta la costa toscana: con una media poco esaltante degli Ambiti costieri del +0,02%, nella quale spiccano in positivo Livorno (+6,5%) e Maremma Sud (+3,0%), e in negativo Isola d’Elba (-1,3%) e, soprattutto, la riviera apuana (-4,1%) che continua il suo trend negativo. Praticamente immobili Versilia, Maremma Nord e Costa degli Etruschi. In negativo gli Ambiti turistici montani (media -1,3%), con l’eccezione positiva di Amiata, Lunigiana e Montagna pistoiese.
Riassumendo in poche parole, in un anno generalmente piuttosto gaudioso per la Toscana, costa e montagna – pur con differenziazioni fra i nuovi Ambiti turistici individuati dalla Regione, a loro volta composti da più Comuni – manifestano non sorprendenti sintomi di sofferenza. Quanto al grossetano, che la sempiterna offerta di “sole & mare” cominciasse a non bastare più per attirare vacanzieri non è certo un fulmine a ciel sereno. Già nel maggio 2018, infatti, l’Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana (Irpet) metteva in evidenza questo stato di appannamento, rilevando che «nell’ultimo decennio (2007-2017) in provincia di Grosseto le presenze turistiche erano cresciute solamente dello 0,9% rispetto, ad esempio, al +12,7% della costa livornese». Una stasi poco rassicurante che di fatto ha comportato un arretramento. A maggior ragione se confrontato con l’andamento di gran lunga più scintillante delle presenze nel territorio gemello del livornese, che anche nel 2018 ha fatto più del doppio dell’Ambito Maremma sud. Quello andato meglio in provincia di Grosseto.
Ambito Maremma toscana area sud. È quello andato meglio di tutti in provincia di Grosseto: presenze +3,0%, con uno 0,8% in meno rispetto alla media regionale; arrivi +4,5% in media con la Regione. Come per tutti gli altri Ambiti, ancora non sono pronte le elaborazioni per ii singoli Comuni. Per cui è significativa la comparazione con Ambiti turistici simili: meglio di Costa degli Etruschi e Isola d’Elba. Peggio di Livorno. Diminuisce lievemente il periodo di permanenza media sul territorio, da 4,3 a 4,2 giorni.
Ambito Maremma toscana area nord. In questo caso l’Ambito che raggruppa i Comuni costieri e collinari nella zona delle Colline metallifere, rispetto al 2017 ha registrato -0,6% sugli arrivi e -0.1% sulle presenze. Niente di drammatico, ma non c’è crescita. Peggio fa la Riviera apuana, soprattutto in termini di presenze (-4,1%), poco meglio la Versilia. Stabile la permanenza media a 5,8 giorni.
Ambito Amiata. La montagna, che comprende sia il versante grossetano che senese, fa un bel balzo di +9,1% negli arrivi, e di +2,2% nelle presenze. Con una diminuzione da 3,1 a 2,9 giorni medi di permanenza sul territorio. In questo caso la montagna di David Lazzaretti fa molto meglio del Casentino, Garfagnana e Mugello, tutti ambiti in perdita. Un po’ meglio di Pistoia e Montagna pistoiese. Peggio della Lunigiana, che registra una crescita a due cifre rispetto a arrivi e presenze.
Scervellarsi per trarre sentenze inappellabili sull’ultima stagione turistica non ha molto senso. Piuttosto, onestamente, preoccupa il trend che oramai caratterizza la costa maremmana nel suo complesso, al di là delle prestazioni di qualche singolo Comune. Quello che deve mettere in allarme è che anche dove si cresce, si cresce meno della media regionale. E dove si rimane fermi, nel contesto di un ambiente in evoluzione positiva, questo significa di fatto arretrare.
Di chi è la “colpa”? Forse è il caso di rinunciare alla caccia al capro espiatorio, perché colpe e meriti probabilmente alla fin fine se li dividerebbero ex equo il settore pubblico e quello privato.
A naso, considerato che il sentiment del visitatore sull’esperienza turistica non è più determinato dal giudizio su una singola positiva circostanza, ma si fonda sulla percezione complessivo del viaggio, forse sarebbe il caso di lavorare di più e meglio rispetto a programmazione degli eventi, qualità del servizio e dell’accoglienza, rapporto qualità-prezzo. Perché, per sintetizzare, è inutile mangiare benissimo in un ristorante e godere di un mare incontaminato, se poi non si trova parcheggio, s’incontrano negozianti inospitali, si spende un patrimonio per affittare una casa, e le pinete sono sporche.
Poco sorprendentemente, allora, collaborazione senza campanilismi fra i soggetti che si occupano a vario titolo di turismo e programmazione condivisa, potrebbero costituire l’uovo di colombo per migliorare la competitività turistica della provincia di Grosseto. Tenendo presente che anche l’attrattivo brand Maremma non va sopravvalutato, e che la sua spendibilità sui mercati è inscindibilmente legata all’ombrello del brand Toscana. Alle politiche di valorizzazione turistica dell’agenzia Toscana promozione e al marketing territoriale e di prodotto del portale Visit Tuscany. Perché parafrasando la nota massima:Extra Ecclesiam nulla salus.
Anche se – è risaputo – una delle cose più difficili a ottenere è proprio la semplicità.