FOLLONICA – Sette ettari nel cuore della città, per tanti anni abbandonati all’incuria e al degrado. Un patrimonio di valore storico, l’area dell’ex Ilva, che da diversi anni, grazie all’impegno degli amministratori che si sono succeduti alla guida di Follonica, sta tornando a disposizione dei cittadini.
“Nel 2017 abbiamo iniziato l’iter per poter entrare in possesso del blocco della città fabbrica – spiega il sindaco Andrea Benini – di proprietà del Demanio, precondizione fondamentale per continuare a investire sulla riqualificazione ma anche per poter elaborare modelli di gestione innovativi e capaci di coinvolgere anche soggetti privati. Dal 2012, grazie ai finanziamenti Piuss, si sono avviati i processi di recupero di Fonderia 1 e 2 e l’allestimento del Magma, con lo scopo di fare dell’area dell’ex Ilva il cuore pulsante della città, il posto dove favorire aggregazione e portare quotidianità, sprigionando energie e competenze”.
Si trovano nello spazio dell’ex Ilva anche la biblioteca comunale e la scuola media di Follonica, e sempre l’area è diventata teatro di importanti eventi culturali.
Dal 2013 al 2015 diventano realtà dapprima il Magma, premiato col Dasa Award come museo più innovativo d’Europa a tema “lavoro”, un luogo magico e suggestivo che, proponendo diverse chiavi di lettura delle informazioni custodite, è diventano un punto di riferimento nel panorama nazionale. Inoltre il Museo Magma è punto di riferimento per il progetto triennale della Regione Toscana, realizzato insieme alla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana, per la valorizzazione del patrimonio documentale e degli archivi di impresa con l’obiettivo di avviare progetti di ricerca non solo in campo siderurgico e minerario, ma anche per la storia dell’artigianato del territorio regionale.
L’anno successivo viene inaugurato il teatro Fonderia Leopolda, con i suoi 400 posti e gli ampi spazi pensati per ospitare eventi collaterali agli spettacoli, e nel 2015 diventano fruibili gli spazi della Fonderia 1, grazie anche al progetto di formazione che coinvolge la scuola Superiore Normale di Pisa.
“Il lavoro fatto per arrivare a questi risultati è stato straordinario, frutto dell’impegno di grandi professionisti”, racconta Benini. “Per ogni edificio riqualificato siamo stati chiamati a compiere delle scelte ben precise, come testimonia il teatro Fonderia Leopolda: una volta terminata la struttura e regalato ai cittadini una platea come quella della Leopolda ci siamo trovati a dover scegliere tra un fare, semplicemente, una programmazione di qualità oppure puntare sul teatro come grande opportunità di crescita per tutta la città. Abbiamo scelto per la seconda opzione e adesso, a cinque anni di distanza, siamo convinti che sia stata una decisione premiante: non solo perché grazie alla direzione di Eugenio Allegri siamo riusciti a portare sul palco grandi nomi dello spettacolo italiano e internazionale, qualificando l’offerta, ma anche perché intorno a quegli spazi si è costruito un progetto culturale che coinvolge giovani associazioni e scuole, giovani attori amatoriali e studenti, moltissime progettualità preziosissime, dalla redazione della rivista FilaQ a Scuola-teatro-società e numerose altre iniziative”.
Ex Ilva vuole essere anche sinonimo di innovazione e formazione: “Abbiamo deciso di chiedere alla Regione Toscana di ampliare le funzioni della Fonderia 1, per far sì che non fosse solo centro fieristico ed espositivo ma anche un luogo di ricerca e di approfondimento attraverso incontri, congressi, corsi di orientamento, laboratori su tre macro aree tematiche (blu economy, agroalimentare, beni culturali) grazie proprio al protocollo d’intesa con la Regione e con la Scuola Normale: serviva una progettualità di grande respiro che potesse mettersi in dialogo con gli altri luoghi dell’Ilva e con il territorio. Pensando all’Ilva come una straordinaria opportunità di sviluppo, crescita e innovazione per tutto il territorio”.
Oltre a dare il via al processo di acquisizione degli edifici all’interno del perimetro dell’ex fabbrica, con l’unica esclusione dell’area della Forestale, il fondamentale accordo storico con l’agenzia del demanio del gennaio 2017, ha dato in proprietà al Comune anche la Casa Gobba e dell’ex Casello Idraulico: “Luoghi che ospitano – sottolinea Benini – attività di ogni tipo, che sono diventati casa per associazioni e progetti anche ambiziosi. Perché è questa la nostra idea di città: accogliente, rispettosa del passato, ma che guarda al futuro con capacità creativa e innovazione”. E proprio da questo nasce anche il dialogo con Renato Quaglia e la Fondazione Foqus nei Quartieri Spagnoli: “Perché vogliamo – aggiunge Andrea Benini – pensare ad una visione unitaria di gestione del grande patrimonio fisico e immateriale associato all’Ilva”.
Gli edifici recuperati sono comunque inseriti in un contesto in cui ancora molto c’è da fare. “Dobbiamo risolvere le questioni abitative delle molte persone che ancora in quegli edifici trovano alloggio, così come recuperare l’area verde su cui insiste anche il progetto di adozione di soggetti privati. Vogliamo recuperare nuovi fondi per rendere l’ex Ilva ancora più bella e vivibile, perché sia anche spazio per espressione artistica, come dimostra il progetto Urban city, che vi si sta sviluppando proprio in questi giorni. Questo è il nostro obiettivo per i prossimi anni”.