CAPALBIO – “Il giorno della nutria” si intitola così il romanzo d’esordio di Andrea Zandomeneghi, scrittore capalbiese che racconta una Costa d’Argento diversa, quella nascosta ai riflettori che spesso si accendono su Capalbio per raccontare le iniziative culturali e le bellezze naturali o la vita dei nomi illustri che frequentano il paese.
«Capalbio, costa dell’Argentario, e siamo ben lontani dalle suggestioni turistiche – racconta Andrea – Davide è un cefalgico cronico che vive col nipote e la madre, malata di Parkinson e invocante l’eutanasia. Il giorno seguente l’ennesima ubriacatura assieme al prete del paese e al figlio della badante della madre, si sveglia con gravi postumi; mentre tenta di placarli con psicofarmaci e altro alcol, rinviene una nutria spellata e congelata sul pianerottolo, a mo’ di intimidazione».
«Il giorno della nutria – chiarisce l’autore – è un giallo al contrario che ribalta tutti i cliché sulla provincia italiana, un viaggio all’interno dei territori dell’oltre la coscienza ordinaria che svela le deformazioni e aberrazioni della coscienza e del pensiero».
Andrea Zandomeneghi, 36 anni, è nato e cresciuto a Capalbio, dove – dopo un decennio passato a studiare a Firenze – è tornato ad abitare. Ha pubblicato il romanzo Il giorno della nutria (Tunué, 2019). Ha curato il volume antologico Anatomè. Dissezioni narrative (Ensamble, 2018). Scrive recensioni su Il Foglio. È stato condirettore della rivista letteraria CrapulaClub. Ha pubblicato recensioni, articoli e racconti su numerose riviste e antologie.