GROSSETO – «L’esclusione della Geotermia tradizionale dal decreto Fer1 sugli incentivi e le notizie poco rassicuranti sul Fer2 ci inducono a mettere in piedi una grande mobilitazione che, unita a quanto fatto finora dalle amministrazioni Locali e dalla Regione Toscana, porti ad un ripensamento del governo e del ministero delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico in materia di incentivi» a dirlo sono le segreterie regionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil che hanno inviato una lettera unitaria alle prefetture di Firenze, Pisa, Siena e Grosseto, alla Commissione di garanzia e alla direzione di Egp Geo, con la quale viene fatto il primo passo verso lo sciopero a sostegno della geotermia.
In base alla legge che regola il diritto di sciopero, infatti, il soggetto collettivo che intende proclamare uno sciopero deve esperire, preventivamente, delle procedure di raffreddamento e conciliazione. Passati 5 giorni, in mancanza di accordo tra le parti, può partire la proclamazione di sciopero vera e propria.
«Le segreterie regionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil – si legge nella lettera – richiedono l’apertura delle procedure di raffreddamento e conciliazione come previsto dalle vigenti norme di legge e di contratto. La motivazione della richiesta risiede nel mancato inserimento di parte della produzione elettrica da fonte geotermica, in particolar modo per quanto riguarda la geotermia tradizionale, nel sistema incentivante previsto dal c.d. decreto FER 1 predisposto dal Mise (tutt’ora oggetto di parere da parte della Commissione Ue) e, secondo le dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza di governo, anche dal c.d. decreto FER 2 di prossima emanazione. Fino ad oggi, anche grazie agli incentivi sulla produzione geotermoelettrica, l’Italia ha assunto un ruolo da leader mondiale in questo settore. La Toscana copre oltre il 30% del fabbisogno elettrico regionale attraverso la coltivazione di una fonte universalmente riconosciuta rinnovabile e a basso impatto ambientale».
«Inoltre – dice ancora la lettera – importanti aree del territorio regionale, considerate zone a declino industriale (nelle provincie di Pisa, Siena e Grosseto), possono contare sulle ricadute occupazionali della geotermia e su quelle economiche collegate ai canoni e contributi di concessione. Oltre a questo non è da sottovalutare il fatto che gli incentivi hanno permesso un continuo processo di ricerca e sviluppo su nuovi e più efficienti sistemi di abbattimento di gas climalteranti che stanno aprendo le porte a una nuova fase nella produzione di energia da fonte geotermica, riconosciuta anche dalla recente legge regionale sulla geotermia. Sul decreto Fer1 ci preme, infine, ricordare che, oltre agli esponenti delle Amministrazioni locali e delle categorie economiche, anche la Conferenza Unificata – convocata dal Mise il 20 dicembre 2018 – ha espresso parere contrario».
«Per quanto sopra – annuncia in conclusione la lettera – è nostra intenzione intraprendere iniziative sindacali di lotta e protesta (che coinvolgeranno i dipendenti della Società Enel Green Power delle provincie di Pisa, Siena e Grosseto) prima delle quali chiediamo di essere convocati per esperire il previsto tentativo di conciliazione».