CINIGIANO – «Ho letto attentamente quello che scrive Serena Tucci per la presentazione della sua candidatura, anche se non dice con quale lista, si può solo immaginare . Non contesto chi cambia idea, ma quello che trovo sorprendente è che si possa disconoscere un’ esperienza alla quale abbiamo parecipato insieme per 5 anni» a dirlo è il capogruppo di A/gentcomune, Giovanni Barbaragli, di cui Serena Tucci fa parte in qualità di consigliere comunale ma che ha definito un’esperienza conclusa.
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«Nel caso specifico di A/gentecomune – prosegue Barbagli – avevo sempre apprezzato la preparazione e la competenza di Serena anche quando si era spesa durante la campagna elettorale del 2014 e successivamente come consigliera comunale. Non sono in discussione le qualità e la competenza di Tucci, ma quello che mi fa dire: “che la poltica delle appartenenze, ovvero dei partiti, sia “sterile e insensata”. Ebbene io non ho mai detto questo, semmai ritengo che l’esperienza di A/gente comune sia stata e avrebbe potuto essere ancora un’esperienza viva, partecipata e incisiva, soprattutto ricca di varie appartenenze. La caratteristica della lista A/gentecomune infatti era originale, avendo rinunciato ognuno di noi alle proprie appartenenze politiche per lavorare ad un bene comune e avendo fatto delle differenze una ricchezza. La caratteristica della lista A/gentecomune era unica avendo rinunciato ognuno di noi alle proprie appartenenze politiche per lavorare ad un bene comune e facendo delle differenze una ricchezza».
«A Cinigiano come lista civica – spiega il capogruppo – abbiamo assicurato la presenza al Consiglio Comunale per 5 anni di un’opposizione, quando le precedenti esperienze ne avevano visto l’assenza dopo pochi mesi di attività, o quando addirittura c’era stato il passaggio in maggioranza. Non contesto che i partiti rioccupino la scena politica a Cinigiano, ma trovo che il modificarsi della scena politica nazionale non giustifichi a priori l’entrata in campo delle cosiddette “bandierine”, anzi sono convinto che il mutare dei rapporti politici non sia sufficiente a giustificare il venir meno della nostra esperienza se si considerano le dimensioni del nostro Comune, che avrebbe bisogno di uno schieramento trasversale che anteponga alle appartenenze politiche i veri problemi che occorre affrontare nella prossima legislatura, se non vogliamo assistere alla scomparsa del comune stesso per gli stessi problemi che noi, come lista civica, abbiamo sempre affermato in questi anni e che la maggioranza si è ostinata a disconoscere. Rimango convinto che l’esperienza che abbiamo fatto avrebbe potuto rappresentare una ricchezza tale da replicarla, ne è una prova la stessa candidatura di Serena Tucci, alla quale anche noi avevamo chiesto di guidare la nuova amministrazione nelle nostre fila, ma il mutarsi del quadro politico locale ha reso impossibile la nostra presenza alla competizione elettorale».
«Per quanto mi riguarda posso affermare con sincerità – chiarisce Barbagli – che in questi cinque anni non mi sono mai tirato indietro sia nella preparazione dei 578 atti presentati al consiglio comunale, né nelle tante battaglie portate avanti, alcune delle quali vinte (es. quella di Ato Sud , quella degli uffici postali ecc), ed anche quelle che non siamo riusciti a portare avanti (es. la diminuizione della pressione fiscale per i residenti, quella della fusione con i comuni dell’Amiata, la privatizzazione delle aziende partecipate e la gestione della immigrazione, per la quale la maggioranza ha respinto i nostri progetti di integrazione preferendo tenere gli immigrati assistiti e inattivi). Contro alcuni poteri forti mi sono battuto: contro gli scempi provocati da alcune aziende, presentendo 3 ricorsi alla Procura di Grosseto per inquinamento del territorio agricolo di S.Rita e per i tanti disagi provocati agli abitanti. Non mi rimane che augurare migliore fortuna ai contendenti che si misureranno alle prossime elezioni»