«Male non fare, paura non avere», scolpisce un tagliente adagio popolare. Che ben rappresenta la contraddittorietà della polemica lievitata negli ultimi giorni contro la nuova normativa regionale che disciplina in modo “rivoluzionario” le locazioni turistiche, ivi comprese quelle «brevi» al di sotto dei 30 giorni. Locuzione giuridica che quasi sempre nel nostro territorio corrisponde agli affitti delle “seconde case” ai vacanzieri. Un mercato florido in tutta la costa toscana, ma non solo, caratterizzato da un elevato tasso di evasione fiscale. Nella vulgata popolare «affitti in nero».
Ce lo ricordano ogni anno con sconcertante puntualità le conferenze stampa di fine estate della Guardia di finanza. Lo scorso 21 settembre, ad esempio, un lancio dell’Agi (Agenzia giornalistica italiana) riportava testualmente: «Proprietari di seconde e terze case per gli affitti nelle località di vacanza nel mirino della Guardia di finanza: dei 1.477 controlli svolti da metà giugno a oggi, uno su due (753) ha portato al riscontro di irregolarità. Nel dettaglio sono 902 le violazioni rilevate: in Puglia, Toscana e Lazio i casi più numerosi».
Manco a dirlo la provincia di Grosseto ha una spiccata vocazione in questo campo con le sue 331.042 unità immobiliari (dato 2017), delle quali 172.623 destinate all’edilizia residenziale; equivalenti al 52,1% dell’intero patrimonio immobiliare provinciale. Immobili ad uso abitativo che rapportati ai 222.175 residenti in provincia alla stessa data, danno lo stupefacente risultato di quasi un’unità immobiliare a residente (0,8 rispetto allo 0,6 di Toscana e Italia). Tutte valutazioni contenute nel rapporto del Centro studi della Camera di commercio dello scorso novembre: “Un contributo alla conoscenza del Sistema Edilizia. Tra consumo e riqualificazione del territorio”.
«Tra gli immobili ad uso abitativo, tuttavia – recita il rapporto – solo una parte è utilizzata come abitazione principale in tutto o parzialmente: il 53,3% a Grosseto, contro il 64% della media regionale ed il 62,6% di quella italiana». Sul territorio provinciale, infatti, le “seconde case” risultano 34,1%, a fronte della media del 18% sia della Toscana che dell’Italia. «Contenute le rimanenti percentuali di destinazione d’uso sono (locazione, uso gratuito ed altro)».
Dando quindi per buono l’indice della Guardia di finanza (50% degli affitti in nero), ipotizzando per semplificare che le 58.864 seconde case (34,1% del totale) fossero tutte affittate, in provincia di Grosseto avremmo 29.432 locazioni in nero. Tenuto conto che una quota viene utilizzata dai proprietari, anche se per ipotesi fossero “solo” la metà o un terzo, si tratterebbe evidentemente di una cifra monstre di imponibile sottratto al fisco……
Tutto questo, al di là dei numeri, è generalmente abbastanza noto. Meno noto è che le presenze dei turisti nelle seconde case – che sfugge a una rilevazione statistica puntuale come per alberghi o campeggi – viene stimata da istituti di ricerca specializzati come il Centro studi turistici di Firenze (Cst) più o meno nella stessa misura di quelle ufficiali. Cioè a dire: in provincia di Grosseto a fronte dei 5,8 milioni di presenze turistiche annue ufficiali, ce ne sarebbero altrettante non ufficiali (80-100%). Una bella fetta delle quali legate agli affitti in nero. Ovverosia, svariate centinaia di migliaia di turisti “clandestini” che pagano affitti sui quali non si applicano le tasse. Ma che producono anche quantità esorbitanti di rifiuti, consumano milioni di metri cubi d’acqua e fruiscono di servizi sanitari, senza nemmeno versare la tassa di soggiorno come fanno tutti gli altri. Un fenomeno che sta strangolando i Comuni costieri, sempre più calati nelle vesti di esattori fiscali nei confronti dei residenti per conto dello Stato. E sempre più in difficoltà a trovare risorse per gestire l’arrivo massiccio di vacanzieri: parcheggi, pulizia delle spiagge, trasporti pubblici, manutenzioni, verde pubblico e decoro urbano.
Prendiamo ad esempio il caso eclatante di Castiglione della Pescaia, località turistica per antonomasia e allo stesso tempo Comune virtuoso che ha iniziato a prendere il toro per le corna. Anche a rischio d’essere impopolare fra i rentiers, il ceto dei percettori di rendita immobiliare.
Il Comune costiero maremmano ha appena 7.400 abitanti, che nel periodo estivo più o meno decuplicano. Nel corso dell’intero 2018 i turisti ufficialmente rilevati ai fini Istat dalle strutture ricettive nel territorio della cosiddetta piccola Svizzera sono stati 225.000 (trenta volte i residenti), per 1.380.000 giorni di presenza (6,1 giorni di residenza a turista). Non a caso la produzione pro capite di rifiuti, calcolata però solo sui residenti, è di 1.680 kg/anno a fronte di una media dell’Ato rifiuti di poco superiore ai 500 kg.
Ora, si dà il caso che nei dintorni della Diaccia botrona – il pezzo di vecchio ”padule” rimasto intatto alle porte del paese – le abitazioni censite siano 12.500, 9.300 delle quali sono seconde case. In buona parte destinate al mercato delle locazioni turistiche.
Già da due anni il Comune guidato dal sindaco Giancarlo Farnetani – a prescindere dall’obbligo (spesso disatteso da chi affitta) di comunicare gli affittuari alla Questura, e prima dell’entrata in vigore della recente normativa regionale – si è dato l’obiettivo ambizioso di far emergere gli affitti clandestini. Con due obiettivi: qualificare l’offerta delle seconde case tutelando i turisti dalle truffe e il buon nome di Castiglione; recuperare gettito dalla tassa di soggiorno per migliorare i servizi di accoglienza. Il progetto messo in campo si chiama “Affitti sicuri”, è ad adesione volontaria e prevede la comunicazione al Comune delle case messe sul mercato delle locazioni turistiche brevi e delle persone che le occupano durante le vacanze. Un software specializzato, inoltre, monitora tutti i siti nazionali che offrono locazioni turistiche, incrociando i dati disponibili su Castiglione della Pescaia. Grazie a questo progetto, nel 2018, l’ente locale ha potuto certificare 108.000 giornate di presenza turistica nelle seconde case grazie alle locazioni brevi. 108.000 presenze che si aggiungono al milione e380mila registrate nelle strutture ricettive ufficiali: alberghi, campeggi, Rta, Cav, residence eccetera…
Peccato che queste 108.000 presenze siano state censite solamente in appena 450 seconde case delle 9.300 totali che esistono nel territorio comunale. Con ogni evidenza solo una parte di quelle che vengono affittate ai turisti nel periodo maggio/settembre, e che producono una gigantesca mole di reddito al nero sottratto sia all’imposizione Irpef che della tassa di soggiorno. In paese, ad esempio, si mormora di svariati proprietari cui sono riconducibili fino a 50 appartamenti destinati a locazioni turistiche, ma mai comunicati.
Se, solo rimanendo sulla costa, si prova a immaginare cosa succede regolarmente nei comuni di Follonica, Scarlino, Castiglione della Pescaia, Grosseto, Magliano, Orbetello e Monte Argentario, è facile prevedere che solo sulla costa maremmana ogni anno ci sono centinaia di milioni di euro di evasione fiscale. Che tutti conoscono e in pochi vanno a cercare.