GROSSETO – Questa è un’altra di quelle espressioni ambivalenti tipiche dei maremmani. In un senso, infatti, la si può usare a mo’ di compatimento; in un altro senso in modo piuttosto cattivello. Ma di quali cascatacce si parla?
Nel senso più buono, si dice sgomenti: “mammina che cascataccia ha fatto” quando, incontrando un conoscente che non si vedeva da tempo, constatiamo il picco (negativo) del suo declino fisico. Una cascataccia, appunto.
Nel senso più malevolo (o malizioso) la stessa espressione si può usare nei confronti di un/una ex bello/a. Lo/la incontriamo dopo molto tempo, ce lo/la ricordavamo bello/a, affascinante e lo/La ritroviamo invecchiato/a male.
“Mammina che cascataccia. E pensa’ che era tanto belloccio/a e si dava un monte d’arie”, si dice all’amico gongolando un pochino perché da giovani i ruoli erano invertiti. È la legge del contrappasso, carino!