GROSSETO – Il Maremma super Rugby c’è. Lo dice la sconfitta di misura con il forte Elba Rugby che profuma di vittoria. Un paradosso solo apparente, perché nel rugby più che in altri sport la consapevolezza del valore degli avversari può dare valore alla tua sconfitta, tanto più in un match terminato 35 a 32 per gli isolani, nel quale però i maremmani hanno segnato 6 mete contro le 5 degli ospiti. Capitolando per non essere riusciti a metter dentro due trasformazioni.
La partita si è aperta con l’Elba partito in quarta, segnando la prima meta dopo pochi secondi. I grossetani però non si scomponevano riportandosi subito sotto con la meta di Guadagnuolo. L’Elba prendeva in mano il match e, grazie anche all’espulsione temporanea di Rezza, segnava due volte. Il Maremma super Rugby, però si riorganizzava e dopo aver alzato un muro difensivo invalicabile, tornava in attacco riuscendo a segnare con il colosso Besar. Il primo tempo si chiudeva sul 21 a 10 con la sensazione che la partita fosse ancora aperta.
Nel secondo tempo i maremmani prendevano le redini della partita e segnavano un’altra meta di potenza con Besar. Sulla ripartenza gli elbani tornavano in attacco, ma la squadra di casa recuperava palla e provando il contrattacco serviva inavvertitamente il mediano di apertura elbano che s’involava in mezzo ai pali. Avrebbe potuto essere il colpo del Ko, ma i ragazzi di Bertelli e Ciurli, gettatisi di nuovo in avanti, tornavano sotto con le mete di potenza di Rezza e Besar, domenica assolutamente il migliore in campo. Nel momento in cui il Maremma super Rugby era padrone del campo, l’Elba confezionava una bellissima azione di meta riportandosi a distanza di sicurezza. I maremmani non demordevano e a tempo scaduto segnavano ancora con Rezza la meta del meno tre.
In conclusione, determinanti sono state le trasformazioni non messe dentro (solo 1 su 6) che avrebbero dato ai grossetani la vittoria. Nulla da recriminare, però, per i tecnici, che sono rimasti molto soddisfatti assieme al pubblico della grande prova di carattere dei propri ragazzi.