SCARLINO – Una vicenda intricata che vede protagonista il Comune di Scarlino e un suo ex dipendente. Una vicenda fatta di trasferimenti richiesti e ottenuti, di concorsi, di posti di lavoro. A raccontarla Stefano Corsini dell’Usb, Unione sindacale di base. Corsini attacca il Comune di Scarlino per «la politica del personale che, a nostro avviso, disattende persino le regole che essa stessa si dà».
«Nella scorsa primavera – prosegue Corsini – un impiegato comunale ha vinto una selezione presso un’altra amministrazione e si è trasferito. Il Comune, consapevole dell’urgenza di ricoprire il posto rimasto vacante, pubblicò un bando, l’unico idoneo però rinunciò a prendere servizio e il posto restò scoperto. In novembre emise un secondo bando e contestualmente richiamò l’ex-dipendente per il tempo necessario a concludere la selezione».
L’ex dipendente, però, «non soddisfatto appieno della nuova collocazione e intenzionato a rientrare a Scarlino nell’ufficio in cui aveva lavorato per dieci anni, assieme ad altri due candidati decise di partecipare al bando classificandosi al secondo posto. Il Comune avviò la procedura per l’assunzione chiamando il primo classificato che però rinunciò».
A questo punto, secondo il sindacato, la cose si sono bloccate: «Invece di scorrere la graduatoria il Comune si è paralizzato chiudendosi in un silenzio che si protrae da due mesi. Nel frattempo il posto continua a rimanere vacante e l’ufficio di destinazione, prima tanto attenzionato da meritare ben due concorsi consecutivi, ad oggi privato di un’unità, è piombato in uno stato di sofferenza».
Secondo il sindacato il problema nascerebbe dal fatto che «l’ex-dipendente è un attivo dirigente sindacale di USB, che è stato eletto per due volte consecutive alle elezioni RSU, che si è fortemente impegnato in alcune battaglie, ad esempio quella per far erogare nei termini di legge la “produttività”. A nostro avviso ci troviamo di fronte ad un vera e propria discriminazione sia personale che sindacale».
«Quali sono dunque le intenzioni del Comune – chiede Corsini -? Adempiere ad un obbligo giuridico oppure proseguire nel silenzio e nella disparità di trattamento? Oppure cambiare le carte in tavola, magari con una riorganizzazione a sorpresa inventata contra personam, finendo per cacciarsi in una lite temeraria con danno certo all’Ente stesso? A cosa serve stilare una graduatoria se poi non la si utilizza neanche per coprire il posto per il quale il concorso fu bandito? Il bando, che “fa norma”, vincola l’Ente a chiamare il secondo idoneo, che vanta lo stesso diritto del candidato che lo precedeva: una procedura normalissima, sempre seguita in casi analoghi senza intoppi. Ci aspettiamo ora che il sindaco Marcello Stella, figura di vertice del Comune, confortato dalla sua lunga esperienza di sindacalista oltre che di politico, ci smentisca con la sola azione possibile: farsi garante, con ritrovato buon senso, dei diritti e di una correttezza amministrativa che pare essersi smarrita».