AMIATA – “L’obiettivo è quello di creare un tavolo condiviso e chiedere alla Regione maggiore tutela per i le aree interne, anche attraverso politiche di reclutamento del personale”, dice Giacomo Termine, presidente del Coeso.
Garantire assistenza medica ai cittadini che vivono nella aree interne: è con questo obiettivo che la Società della Salute grossetana ha in programma un incontro, lunedì 18 marzo, con i sindaci dei Comuni amiatini della zona distretto e i rappresentati della Asl “Da tempo, infatti – illustra una nota del Coeso – l’azienda sanitaria sta cercando di trovare una soluzione per garantire, nel territorio, in particolare nei Comuni di Semproniano, Castell’Azzara e Roccalbegna la presenza di un pediatra di libera scelta e, nel Comune di Semproniano, anche di un medico di medicina generale”.
“Abbiamo organizzato questo incontro – spiega Giacomo Termine, presidente della Società della Salute grossetana – perché oltre alle soluzioni provvisorie, che sono già state individuate dalla Asl, vogliamo concordare una strategia comune, in modo che la situazione non si ripeta. Le aree interne, in particolare quelle montane, scontano troppo spesso la difficoltà di collegamento viario del nostro territorio e la mancanza di norme che, formalmente, le tutelino, prevedendo azioni specifiche per il reclutamento del personale”.
L’incontro del 18 marzo, infatti, mira alla costituzione di un tavolo di programmazione permanente, come ha stabilito la giunta esecutiva della Società della Salute nell’ultima riunione. “Vogliamo ribadire che siamo a disposizione dei Comuni consorziati, per fare tutto il possibile e garantire una tutela adeguata ai cittadini che vivono in quelle aree. Chiederemo alla Regione norme che tutelino anche questi aspetti, perché la Asl sta facendo tutto quanto in suo potere, ma non è facile trovare professionisti disposti a lavorare lontano dai centri maggiori”. Il servizio di pediatria e medicina generale, infatti, coinvolge una serie di liberi professionisti che stipulano contratti con l’azienda sanitaria “e che – aggiunge Termine – devono essere motivati a fare attività di ambulatorio anche nelle zone montane”.