GROSSETO – Usura ed estorsione ai danni di un imprenditore che in poco più di un mese aveva visto il suo debito trasformarsi da 5 mila a 16 mila euro.
Questa mattina personale della Squadra Mobile della Questura di Grosseto ha eseguito l’ordinanza della misura cautelare del divieto di avvicinamento, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Grosseto, su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di una donna di 31 anni, originaria di Prato per il reato di usura aggravata e tentata estorsione.
L’ordinanza cautelare del divieto di avvicinamento costituisce l’epilogo di indagini condotte da questa Procura della Repubblica e delegate alla Squadra mobile della Questura di Grosseto a seguito della denuncia sporta da persona vittima di usura e di tentata estorsione.
L’attività investigativa ha consentito di appurare che la persona offesa, che svolge attività imprenditoriale, trovandosi in difficoltà economiche ed essendole per questo precluso l’accesso ai normali canali del credito, aveva chiesto, in due distinte occasioni, prestiti in danaro all’indagata precedentemente conosciuta attraverso amici comuni.
Nella prima occasione, settembre 2018, la persona offesa aveva ottenuto un prestito di 2.500 euro, a fronte del quale si era impegnata a restituire, entro un mese, la somma di 3.500 euro. La seconda volta, nel novembre 2018, la stessa persona persona, a fronte di un prestito di 5.000 euro, si era dovuta impegnare a restituire, entro un mese, 8.000 euro.
Alla scadenza della data fissata per la restituzione di quest’ultimo prestito, tuttavia, non essendo la vittima in grado di soddisfare la scadenza pattuita, l’indagata aveva preteso che, per ogni giorno di ritardo la vittima avrebbe dovuto corrisponderle degli ulteriori interessi nella misura di 200 euro al giorno.
In tal modo la somma pretesa era salita a 16.000 euro, a fronte del prestito iniziale.
In sostanza, gli elementi raccolti hanno consentito di documentare l’applicazione iniziale, nelle due occasioni, di tassi d’interesse pari rispettivamente al 40% e al 60%, a fronte del limite massimo calcolato sulla base del “tasso soglia” determinato dal Ministero del Tesoro ogni trimestre (pari, per il quarto trimestre del 2018, al 16,40%).
Messa così alle strette, la vittima si era determinata a sporgere denuncia, a seguito della quale il personale della Squadra Mobile aveva svolto un’approfondita attività investigativa, basata anche su intercettazioni telefoniche, che aveva consentito di documentare sia la spietata attività usuraria della persona indagata, sia i suoi tentativi di estorsione posti in essere ai danni della vittima.
Infatti la donna indagata, per costringere la persona offesa a pagare la somma (capitale e interessi) da lei pretesa, in più occasioni aveva adombrato l’esistenza di un finanziatore, dal quale essa stessa avrebbe ricevuto il danaro poi prestato alla vittima, facendo intravedere a quest’ultima che tale soggetto, violento e di pochi scrupoli, le avrebbe potuto rifarsi su di lei anche fisicamente.
Il Tribunale di Grosseto-Ufficio Gip ha emesso una misura cautelare non custodiale (divieto di avvicinamento alla persona offesa), notificata in data odierna dal personale della Squadra Mobile della Questura di Grosseto, su delega di questa Procura della Repubblica.