SCARLINO – «Dopo l’ultima Sentenza del Consiglio di Stato, che ha annullato per la quinta volta una autorizzazione all’esercizio dell’inceneritore di Scarlino, il Comitato per il No è tornato a lavorare a soluzioni politiche ed imprenditoriali concrete e possibili, tali da offrire ai lavoratori della Scarlino Energia una credibile prospettiva di lungo periodo per mezzo di un progetto industriale credibile ed alternativo all’incenerimento» a farlo sapere una nota del comitato.
«A monte di ogni pianificazione vi sono la visione e la volontà politica – dice la nota – infatti nel prossimo Consiglio regionale che sarà discussa e votata una mozione elaborata dal Comitato per il no all’inceneritore di Scarlino e presentata a tutti i gruppi politici consiliari. La mozione contiene indicazioni concrete per garantire il lavoro in tempi rapidi, coinvolgendo, in primis, l’ATO Rifiuti Toscana Sud e la politica regionale, i primi promotori della scelta inceneritorista, ancora una volta sconfitta in sede legale, pericolosa per l’ambiente e la salute e palesemente fallimentare. Il comitati per il No all’inceneritore di Scarlino, da sempre sostenitore, sulla base di dati inoppugnabili ed esperienze di successo in Italia e nel mondo, della virtuosità di un processo industriale finalizzato al recupero delle materie prime-seconde, confida che l’esperienza insegni qualcosa a tutti e che si voglia , adesso, adoperarsi per costruire un progetto imprenditoriale alternativo in grado di garantire l’occupazione, in termini assai maggiori che con l’incenerimento, la salute dei lavoratori e dei cittadini e la diminuzione delle tasse per i rifiuti».
«Riteniamo, infatti – aggiunge la nota – che è solo nella direzione dell’investimento nel recupero di materie dai rifiuti che può essere garantita oggi l’occupazione ai dipendenti della Scarlino Energia. La Mozione proposta è stata proposta a tutti i gruppi consiliari e sottoscritta da quasi tutti: da Fratelli d’Italia a Sì Toscana a Sinistra, da Forza Italia al Movimento 5 Stelle, dal Gruppo Misto alla Lega. In attesa della decisione in merito del gruppo PD, la Mozione è già stata depositata e verrà presentata al prossimo Consiglio regionale. In premessa della Mozione si ricostruisce la storia documentata ed oggettiva delle recenti procedure istruttorie autorizzative dell’impianto, condizionate da scelte politiche a favore della filiera dell’incenerimento dei rifiuti anche in condizioni insostenibili e che ha visto l’Amministrazione regionale smentita dai risultati del lavoro di tre organismi tecnico/giuridici indipendenti e autorevoli: la Sentenza del Consiglio di Stato, la Consulenza del Consiglio Nazionale Ricerche e la Consulenza Tecnica di Ufficio del Tribunale di Grosseto».
«Ovviamente – conclude necessaria la volontà politica di cambiare indirizzo, ma i dati della Provincia di Grosseto e dell’ATO Rifiuti Toscana Sud , in fatto di % di raccolta differenziata e recupero di materie, ci dicono che si è molto lontani dal rispettare le indicazioni e gli obiettivi di legge, prescritti dalla pianificazione nazionale e regionale. Pertanto, l’esigenza di fornire in tempi rapidi un’occupazione alternativa all’incenerimento, coincide con l’esigenza di investimenti da parte dell’ATO nel nostro territorio, per la realizzazione di impianti che recuperino le materie prime contenute nei rifiuti.