GROSSETO – Ha suscitato molto stupore la morte del giovane attore Luke Perry a causa di un Ictus. In realtà l’ictus (o stroke in inglese) conta solo in Italia circa 200.000 casi ogni anno, di cui l’80% sono nuovi episodi. Sempre in Italia l’ictus è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie (il 10-12% di tutti i decessi per anno si verifica dopo un ictus) e rappresenta la principale causa d’invalidità. La sua maggiore incidenza si registra dopo i 55 anni con prevalenza nel sesso maschile.
Nel nostro Paese il numero di soggetti che hanno avuto un ictus e sono sopravvissuti, con esiti più o meno invalidanti, è pari a circa 913.000. (1)
Vediamo brevemente di cosa si tratta e quali sono i sintomi principali.
L’ictus è un danno cerebrale che può essere di origine emorragica (la rottura di un’arteria) o ischemica (la chiusura di un’arteria e quindi una mancata irrorazione al cervello).
Ci sono diversi fattori di rischio , tra cui: una storia familiare, infarto, ipertensione, aterosclerosi carotidea, ipercolesterolemia, diabete mellito, obesità, patologie cardiache come la fibrillazione atriale oltre a stili di vita poco sani tra i quali il fumo, l’abuso di alcol e la sedentarietà.
È fondamentale saper riconoscere i sintomi e allertare immediatamente il 118. Nel tempo sono state create alcune campagne di sensibilizzazione e prevenzione, un esempio ci è dato proprio dalla Regione Toscana che ha lanciato la campagna “Ictus pochi minuti valgono una vita”, con l’obiettivo principale di educare i cittadini verso il riconoscimento dei principali segni correlati a un eventuale ictus e le azioni necessarie per affrontarlo tempestivamente. (2) un ictus infatti distrugge circa 2 milioni di cellule cerebrali al minuto e il 118 è l’unico sistema per arrivare in tempo ed iniziare precocemente le terapie adeguate. L’Ictus è infatti una delle così dette patologie “tempo dipendenti”
Riconoscere subito i sintomi e chiamare i soccorsi immediatamente sono mosse che possono fare la differenza negli esiti post ictus. Vediamoli quindi insieme:
• bocca storta; si chiede alla persona di sorridere o mostrare i denti. Si valuta se i due emivolti sono simmetrici, ovvero se un lato del viso si comporta in maniera diversa dall’altro lato.
• braccio debole; si chiede alla persona di tirare su entrambe le braccia e mantenerle davanti a sé per 10 secondi ad occhi chiusi. Si valuta se i due arti si muovono nello stesso modo o se uno o l’altro tende a scendere o cadere.
• difficoltà verbale e di linguaggio; si chiede alla persona di ripetere una frase anche molto semplcie tipo “il cielo è blu”. Si valuta se il linguaggio è fluido oppure se è afasico o l’eloquio è impastato o non comprensibile.
Attenzione: Solo uno di questi tre elementi è sufficiente per allertare i soccorsi. In più si può associare difficoltà nella vista (visione annebbiata o doppia) e/o un forte mal di testa mai provato prima, accompagnato spesso da nausea, vomito ed eventuale perdita di coscienza.
Più di tante altre parole vale questo interessante video che, anche se in inglese, non farete fatica a comprendere dopo aver letto questa rubrica e che vi ricorda come solo uno dei tre principali sintomi descritti prima siano sufficiente ad allertare i soccorsi.
https://www.youtube.com/watch?v=bgpkOxRNzDc
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(1) Istituto Superiore di Sanità
(2) http://www.regione.toscana.it/-/ictus-pochi-minuti-valgono-una-vita;jsessionid=B10ECEE1C20AACE8477A22A8BFC92629.web-rt-as01-p2?redirect=http%3A%2F%2Fwww.regione.toscana.it%2Fcittadini%2Fsalute%2Fcomunicazione%3Fp_p_id%3D101_INSTANCE_eonjZadAbVH6%26p_p_lifecycle%3D0%26p_p_state%3Dnormal%26p_p_mode%3Dview%26p_p_col_id%3Dcolumn-3%26p_p_col_pos%3D2%26p_p_col_count%3D3