GROSSETO – «Rispettiamo le imprese, esigiamo rispetto per i lavoratori. La mancanza di lavoro è un dramma, non la rappresentiamo in modo caricaturale» lo dice il segretario della Cgil di Grosseto, Claudio Renzetti.
«Al titolare della Pastai Srl, consigliamo di essere un po’ meno tranchant – dice Renzetti – perché è assolutamente irrealistico dichiarare, come ha fatto, che “forse la gente a Grosseto non ha voglia di lavorare, o forse non ne ha bisogno”. La Cgil di Grosseto ha grande rispetto per il mondo dell’impresa e festeggia sempre quando ci sono realtà aziendali che crescono e danno lavoro. Gradiremmo però ci fosse lo stesso rispetto da parte di alcuni esponenti del mondo imprenditoriale nei confronti dei disoccupati. E in modo particolare dei giovani che cercano un’occupazione».
«Constatiamo una certa superficialità – aggiunge il numero uno del cubo rosso maremmano – e un po’ di supponenza in questo modo di descrivere una realtà che purtroppo è di tutt’altra natura. La Cgil conosce in profondità i problemi del mercato del lavoro in provincia di Grosseto. E quel che ricaviamo dal dato aggregato è che quando un’impresa non trova i lavoratori di cui ha bisogno, questo avviene o perché non si offrono condizioni contrattuali/retributive accettabili oppure perché ci si rivolge a lavoratori con qualifiche diverse da quelle che si cercano».
«Se davvero il signor Delli – conclude Renzetti – è in grado di offrire un contratto regolare a 1.400 euro netti al mese, che possono diventare 2.500/2.800 con gli straordinari, credo proprio non sarebbe difficile fornirgli almeno due o trecento curriculum. Non c’è problema. Sono infatti svariate migliaia le persone in cerca di lavoro in provincia di Grosseto. Evitiamo quindi di rappresentare in modo caricaturale e per luoghi comuni una realtà drammatica come quella grossetana, dove il lavoro manca e l’economia è da troppo tempo in stallo. Il boom di presenze che si registra ad ogni occasione di reclutamento di personale e la parallela fuga dei giovani diplomati e laureati verso realtà economicamente più dinamiche, d’altra parte, parlano chiaro».