GROSSETO – «Oltre 200 pazienti colpiti da ictus in tre anni e presi in carico dall’ospedale di Grosseto attraverso un team multidisciplinare che fa parte della Rete Stroke» a farlo sapere una nota della Asl.
«Questi sono i numeri che caratterizzano una patologia molto difficile – spiega la nota – l’ictus cerebrale, infatti, è la più frequente emergenza neurologica nella popolazione dei paesi occidentali. E’ la principale causa di disabilità, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte, con conseguenti enormi costi sanitari e sociali per i sistemi sanitari. In Toscana sono stimati circa 10mila casi all’anno. Gli oltre 200 pazienti grossetani sono stati sottoposti alla fibrinolisi, una terapia di provata efficacia e indicata nelle prime 4 ore e mezza dall’insorgenza dei sintomi (patologia tempo-dipendente). Il trattamento fibrinolitico endovenoso è gestito da un team multidisciplinare formato da neurologi (in particolare Manuele Bartalucci e Simone Gallerini) e medici del PS (soprattutto Vincenzo Groccia e Dario Marietti). Questi professionisti si avvalgono della stretta collaborazione della Neuroradiologia (in particolare Mauro Zocchi e Marco Cirinei) per l’aspetto diagnostico, oltre ad avere un contatto sistematico con la Stroke Unit e la Neuroradiologia dell’A.O.U. Senese per il trattamento endovascolare».
«Grosseto – dice ancora la Asl – è centro di riferimento per la fibrinolisi endovenosa sistemica anche per gli altri quattro ospedali (Castel del Piano, Massa Marittima, Orbetello e Pitigliano). Inoltre è l’unico presidio provinciale in grado di eseguire esami neuroradiologici di secondo livello (AngioTac, Tac perfusionale e Risonanza Magnetica). L’infusione endovenosa del farmaco fibrinolitico avviene direttamente nella saletta chirurgica del Pronto Soccorso grossetano per velocizzare i tempi del trattamento, con successivo monitoraggio nelle prime 24-48 ore nell’Osservazione Breve, prima di essere trasferito nel reparto di Neurologia per la successiva fase di cura e riabilitazione, a meno che non sia indicato il trasferimento a Siena per il trattamento endovascolare».
«Nel 2014 – chiarisce la nota – la Regione Toscana ha definito le linee di indirizzo alle Aziende per la realizzazione della rete ictus che prevede l’adozione di un modello organizzativo uniforme in grado di assicurare su tutto il territorio regionale gli standard clinico-assistenziali raccomandati per ridurre al minimo gli esiti permanenti della malattia. Nel territorio dell’Area Vasta Sud Est sono presenti quattro presidi ospedalieri accreditati per la fibrinolisi endovenosa (Siena, Arezzo, Grosseto e Montevarchi), mentre il trattamento endovascolare è praticabile attualmente solo presso l’A.O.U. Senese. Il protocollo interaziendale recentemente pubblicato stabilisce anche i criteri di centralizzazione diretta verso l’AOU Senese e del trattamento combinato (fibrinolisi iniziata a Grosseto e successiva terapia endovascolare a Siena, il cosiddetto “Drip and Ship”)».
«Questa organizzazione ha permesso di aumentare il numero di coloro che, colpiti da ictus ischemico, hanno potuto beneficiare del trattamento più innovativo e appropriato» affermano Mauro Breggia, direttore del Ps/Dea, e Roberto Marconi, direttore della Neurologia di Grosseto.
«Dal 2016 al 2018 sono stati trattati con le diverse modalità terapeutiche oltre 200 pazienti, 180 sottoposti a fibrinolisi endovenosa e 78 pazienti sono stati inviati a Siena per terapia endovascolare (24 nel 2016, 27 nel 2017 e nel 2018) – concludono i due professionisti – Numeri significativi, a nostro avviso. L’auspicio è che questo percorso, che garantisce una riduzione della disabilità e un miglioramento del tasso di sopravvivenza, venga implementato e sostenuto con risorse ulteriori, finalizzate a rafforzare le performance dello Stroke Team, costituito da professionisti appassionati e competenti, che con grande spirito di servizio svolgono in parallelo un delicato ma importante servizio sanitario nella nostra comunità».