GROSSETO – «Ho letto l’articolo del signor Niccoli e sono rimasto sconcertato dalle affermazioni che denotano sicuramente la non conoscenza del fenomeno “Mani Cantanti” che pure da anni è pubblicizzato sui giornali ed in TV» afferma il presidente provinciale dell’Ente nazionale sordi Enrico Scheggi.
«Al di là delle ragioni che hanno generato l’evento al 4° Stormo, per me sono state deludenti le considerazioni del presidente dell’AGFA di Grosseto nei confronti di chi usa la lis (Lingua dei Segni Italiana), che evidenziano una posizione pregiudizievole ed oppositiva “a prescindere”. Il bellissimo progetto di Anna Del Vacchio non ha a che fare con bambini sordi. Il coro “Mani Cantanti” è formato esclusivamente da bambini udenti che prestano la loro voce e le loro mani».
«Io, come presidente della sezione provinciale Ens (Ente Nazionale Sordi) di Grosseto, posso solo ringraziare, a nome mio e degli altri soci, chi ha contribuito alla realizzazione di questa giornata: prima di tutto il Comandante Floreani del 4° Stormo, tutte le autorità locali intervenute, ed in particolare Anna Del Vacchio ed i suoi alunni udenti, per aver dato a noi sordi la possibilità di seguire ogni fase dell’evento e di emozionarci alla vista di segni, movimenti ed espressioni che ci hanno fatto immergere, anche se solo per “un attimo”, completamente nella musica. La tecnologia e la medicina stanno offrendo ulteriori possibilità di supporto alle persone sorde ma che, alla fine, sono sempre le persone sorde a decidere, in ossequio al principio di libertà di scelta di comunicazione, se avvalersi della lis, delle protesi, dell’impianto cocleare, della comunicazione bimodale e quant’altro – prosegue Scheggi -. Nell’articolo del signor Stefano Niccoli è stata mortificata la libertà di scelta della persona sorda per l’uso della lis come mezzo di comunicazione».
«Colgo l’occasione per auspicare che l’Agfa voglia proseguire nel suo intento di tutelare e migliorare il futuro dei sordi mantenendo, però, il dovuto rispetto per coloro che la pensano diversamente e, soprattutto, per coloro che non hanno avuto la possibilità di scegliere e che utilizzano la lis come strumento comunicativo unico, privilegiato o misto».