GROSSETO – Migliaia di litri di latte versati sull’asfalto e una piazza che in pochi secondi è diventato un enorme lago bianco. Centinaia di pastori si sono riversati questa mattina in piazza Barsanti a Grosseto per protestate contro le politiche sul prezzo del latte che da tempo rappresentano un problema per gli allevatori del settore ovi caprino. Un gesto forte e concreto quello dei pastori che vuole essere un primo segnale della “guerra” che sono pronti a combattere: meglio buttarlo il latte che “regalarlo” ad un prezzo troppo basso.
Per un giorno la Maremma è stata la capitale della protesta, perché stamani in città i pastori sono arrivati un po’ da tutta Italia e in particolare dalla Sardegna, ma anche dal Lazio e dalla Toscana. Tutti insieme per ribadire che i pastori non sono più disposti a trattare sul prezzo del latte. «Non possiamo farcela – hanno detto – con un prezzo di 80 centesimi al litro quando un litro di gasolio costa 90 centesimi. Questa è una battaglia dal quale non possiamo tornare indietro». E malgrado la manifestazione pacifica , qualcuno ha invocato anche la protesta che in questo momento sta avvenendo anche in Francia per altre tipo di rivendicazioni. «Diventeremo come i giallet gialli, noi indosseremo gillet verdi. Dovranno avere paura di noi».
«Ci stanno rubando il futuro – ha detto un giovane allevatori maremmano di 24 anni – con questi prezzi no possiamo più andare avanti». Una protesta che vuole essere anche un primo banco di prova per avanzare alcune proposte. «Il prezzo deve essere uguale per tutti: a tutti devono pagare un euro. Perché – ha detto un pastore – dobbiamo farci fare il prezzo da qualcun altro? Il latte lo facciamo noi? Allora il prezzo lo dobbiamo fare noi».
«Mai più sotto un euro» è stato lo slogan più volte inneggiato dal coro della piazza. Uno slogan che racconta però quanta fatica c’è dietro al lavoro dei pastori e come il settore abbia bisogno di risorse per continuare ad esistere.
Le critiche più forti sono arrivate nei confronti dei rappresentanti della politica, definiti “colletti bianchi”, ma anche delle associazioni di categoria di settore. «Vogliamo esserci noi ai tavoli – hanno detto i pastori – dove si costruiscono le trattative, non vogliamo essere rappresentati da nessuno s e ci dissociamo completamente dalla manifestazione che è stata organizzata per sabato prossimo. Noi non vogliamo far parte di nessuna associazione».
Quella di oggi è soltanto l’inizio di importante mobilitazione che i pastori, così come è stato detto in piazza, sono pronti a mettere in campo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Si tratta di capire a questo punto quali saranno le reazioni delle istituzioni e del mondo imprenditoriale legato al settore del latte dopo queste prima forti rivendicazioni da parte dai pastori.