GAVORRANO – «Oltre 10mila italiani gettati dentro le foibe, profondi pozzi naturali presenti sul terreno carsico. Oltre 350mila italiani costretti ad un esodo di massa dalle terre giuliane, istriane e dalmate. E a Gavorrano tutto tace» a parlare è il consigliere di minoranza Andrea Maule che attacca l’amministrazione per non aver organizzato nessuna celebrazione in occasione del Giorno del Ricordo.
«L’Amministrazione del sindaco Biondi e il variegato associazionismo territoriale dormono beatamente il sonno degli smemorati – attacca Maule – ove l’ignavia è forse il peccato minore e l’annebbiamento culturale un atteggiamento che spesso appaga. E’ il 10 febbraio 2019, solennità civile nazionale italiana. E nonostante esista una legge che celebra il ricordo e la memoria delle vittime italiane ad opera del comunismo di Tito, non ci risultano iniziative messe in campo a tal fine».
«Le Istituzioni pubbliche gavorranesi – sottolinea il consigliere – così facendo, dimostrano ancora una volta come la loro memoria storica proceda essenzialmente a senso unico; favorendo nella comunità amministrata, più o meno consapevolmente, una lettura non completa o distorta di certi momenti storici. Oltre agli orrori del nazismo, occorre raccontare, specie ai giovani scolari, l’obbrobrio sanguinante e la violenza storica del comunismo, incluso il genocidio degli italiani operato in terra istriana, così come la Legge italiana citata sopra prevede e ricorda. L’unica storia che temiamo è quella non raccontata, o raccontata male».
«Anche la vicenda delle annunciate “foibe maremmane”, vedi il pozzo sprofondatoio di Roccastrada e altro – conclude Maule – merita rispettosa attenzione ed approfondita analisi storica. Sarà questo un percorso che d’ora in avanti non dimenticheremo, nell’esclusivo interesse della conoscenza della verità, specie per le future generazioni, affinché i giorni della memoria affrontino equamente qualunque memoria».