FOLLONICA – «In un futuro programma la cultura dovrà essere un punto importante, e su questo concordiamo con l’appunto di Rifondazione Comunista, ma ciò che a noi preme evidenziare è che si può spendere molto meglio di quanto si è speso in questi anni».
A intervenire sulle politiche culturali follonichesi sono i consiglieri di maggioranza Francesco De Luca e Francesco Aquino, in riferimento a una dichiarazione di Rifondazione Comunista che aveva lodato l’incremento di risorse per la cultura della città.
«Qualità e quantità non sempre coincidono, soprattutto quando si parla di soldi pubblici –scrivono i due consiglieri in una nota -, ma per non apparire strumentali, entriamo subito nel merito. Il costo del teatro Leopolda (direttore artistico, agenzia che sbriga le pratiche, utenze del teatro e costi vari) supera annualmente la quota di 200mila euro. Ciò significa che per mandare avanti la “baracca” si spende quasi un milione di euro in cinque anni. Tra l’altro, se si legge la delibera di affidamento dell’incarico all’agenzia che si occupa dei servizi al teatro, scopriamo che i biglietti o gli abbonamenti che gli spettatori pagano non vanno – come buonsenso vorrebbe – al Comune, a compensazione dei costi dell’immobile, ma all’agenzia stessa che organizza i servizi, che viene già lautamente pagata».
«Se gli amici di Rifondazione dessero uno sguardo in Regione Toscana – proseguono Le Luca e Aquino -, si accorgerebbero come teatri della stessa dimensione, costino ai comuni meno di un quarto di quello follonichese, tutto ciò a parità di qualità dell’offerta culturale. Ma per fare questo si dovrebbe organizzare una gara di appalto, così come hanno fatto tutti i comuni della Toscana, per affidare a un soggetto terzo, che di professione fa impresa culturale, la gestione temporanea del teatro. Noi l’abbiamo chiesto più volte durante questo mandato senza mai essere ascoltati. Tuttavia, anche la gestione inhouse non giustifica di per sé queste spese esagerate a fronte di una stagione teatrale mediamente di dieci spettacoli e per un teatro da 400 spettatori, che comunque poi il biglietto se lo devono pagare. Si può fare molto meglio e con molto meno, magari valorizzando anche le tante piccole compagnie presenti sul nostro territorio. Senza sprecare, tanto più in questo periodo di lunga crisi, i soldi dei cittadini. È arrivato il momento di dirlo».
«Pertanto – concludono i consiglieri – , per dare un segnale di quel cambio di rotta di cui la città ha bisogno, chiediamo al sindaco e alla giunta di ridurre gli eccessivi stanziamenti per la gestione del teatro per reinvestirle in altre, e più necessarie finalità pubbliche, per esempio l’apertura di un front office per il lavoro dei giovani e chiediamo di fare questo già a partire dal prossimo esercizio di bilancio in approvazione».