GAVORRANO – Il Tar della Toscana ha accettato il ricorso della Hearth Onlus contro l’ordinanza del sindaco di Gavorrano, Andrea Biondi, che chiedeva la cattura e l’abbattimento dei cinghiali che da tempo scorrazzano liberamente sull’Aurelia, nella zona tra Bivio di Ravi e le Basse di Caldana. Secondo il Tar mancherebbe “l’urgenza per la tutela della salute pubblica”.
Un problema, quello dei branchi di cinghiali che si trovano nella zona e che, senza paura, scorrazzano liberi in strada, che più volte era stato segnalato dai cittadini anche in seguito ad alcuni incidenti causati dagli animali (l’ultimo dei quali il 19 gennaio scorso).
Il sindaco, subito dopo l’insediamento, aveva fatto delle riunioni con la Polizia provinciale e la Direzione veterinaria della Asl «Proprio per questo, il 18 agosto, emisi un’ordinanza per la cattura e l’abbattimento dei molti cinghiali da parte della Polizia provinciale, con autorizzazione della Regione Toscana». Il sindaco aveva consentito alla Polizia provinciale e municipale di collocate gabbie trappola per la cattura dei cinghiali ed il loro eventuale abbattimento. Tra l’altro la Regione aveva autorizzato il Comune ad adottare interventi “di controllo sulla specie cinghiale”.
Secondo il Tar “non sarebbero presenti situazioni eccezionali ed imprevedibili che costituiscono una concreta minaccia per la pubblica incolumità (od anche per la sicurezza urbana)”.
«Sono fermamente convinto che in uno stato di diritto le sentenze si rispettano, e non si commentano – afferma Biondi -, ma certo rimane la perplessità per quanto concerne la mancanza di pericoli per la pubblica incolumità, dati i molti incidenti, anche recenti, su quel tratto di strada, visti i numerosi attraversamenti di ungulati, dovuti anche al comportamento scorretto di chi li alleva, raccogliendone a decine proprio lungo la vecchia Aurelia fra Bivio Ravi e le Basse di Caldana. Raccomanderò al servizio di Polizia municipale l’installazione di cartellonistica ad hoc per allertare gli automobilisti, ai quali raccomando comunque la massima prudenza».