FOLLONICA – Il giorno dopo la sentenza che ha disposto di fatto la completa bocciatura dell’autorizzazione 2015 per l’inceneritore di Scarlino Eneriga, i sindaci di Follonica e Scarlino, che si erano fatto promotori dell’azione legale contro l’impianto del Casone, guardano avanti con l’obiettivo prioritario di risolvere i problemi legati all’occupazione. Con lo stop all’inceneritore e quindi all’attività di Scarlino Energia ci sono infatti circa 40 lavoratori, e almeno un’altra decina impiegati nell’indotto, che rischiano di trovarsi nel giro di poco tempo senza lavoro e senza un reddito.
“Quella emessa dal Consiglio di Stato – ha spiegato Andrea Benini, sindaco d Follonica – è una sentenza che accoglie tutte le nostre perplessità e preoccupazioni, e questo era tutt’altro che scontato. Tutto ciò che abbiamo posto nell’ultima conferenza dei servizi è stato ritenuto valido e necessario per avere un’istruttoria completa e quindi il riconoscimento di un impegno raggiunto in questi anni grazie a tutta la comunità che si è mossa insieme a noi affinché queste preoccupazioni venissero affermate e riconosciute”.
“Prima di tutto viene la tutela della salute delle persone: e su questo punto non abbiamo mai ceduto e ci siamo anzi mossi con grande coerenza e attenzione finché questo impegno dell’Amministrazione e di tutta la città, non è stato ritenuto valido”.
“Una nota di amarezza rimane per la superficialità e l’approssimazione con cui la Regione Toscana ha trattato l’istruttoria su un impianto che aveva un impatto devastante sul territorio e che era così sentito dalla popolazione. Il Consiglio di Stato dice che la Regione si è fermata all’analisi della documentazione posta dai privati, mentre avrebbe dovuto proporne una propria con l’impegno di risorse pubbliche per approfondire e non accontentarsi di quello che gli veniva posto sotto il naso da Scarlino Energia”.
“Lo conferma la dichiarazione dell’assessore all’Ambiente che, nella nota dello scorso dicembre, ha risposto all’interrogazione presentata autorizzando l’impianto a operare con l’impegno di valutare in un secondo momento. Il Consiglio di Stato ha invece rovesciato completamente questa logica insensata dicendo che prima l’impianto deve essere a norma dal punto di vista strutturale: ci deve essere quindi la garanzia sulla salute e sull’impatto ambientale e, solo in un secondo momento, riavviare l’attività. È chiaro che si pone in modo forte e drammatico la questione dei posti di lavoro; sappiamo bene che il futuro di decine di famiglie è legato all’impianto: non vogliamo dimenticarne nemmeno una, e questo deve essere il primo punto da cui ripartire per la gestione futura di questa vicenda”.
“Se in questi anni questo fronte non ha avuto l’attenzione che meritava, forse, ritengo che a questo punto tutte le istituzioni, a partire dai comuni e dalla Regione, debbano attivarsi e impegnarsi per trovare un’alternativa che prescinda finalmente dalla prospettiva dell’inceneritore”.
“I lavoratori in questi anni sono stati usati e strumentalizzanti, come ad esempio è avvenuto anche nell’ultimo incontro di venerdì scorso, perché c’è chi ha dato loro delle aspettative – ha concluso Benini – rispetto a un impianto che non poteva avere futuro e infatti, come confermala Giustizia, non ce l’ha”.
All’incontro con i giornalisti era presente anche il sindaco di Scarlino Marcello Stella che ha sempre condiviso la battaglia portata avanti dal Comune di Follonica. Anche per Stella adesso la politica deve occuparsi dei lavoratori e tutelare quelle famiglie.