ARCIDOSSO – «Venerdì 18 Gennaio a Civitavecchia gli attivisti del meetup Arcidosso 5 stelle e alcuni dei referenti delle petizioni lanciate in Europa hanno incontrato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa» a farlo sapere una nota dello stesso Meet Up.
«Un incontro tenutesi grazie al largo consenso ottenuto attraverso la petizione “No trivelle geotermiche profonde e lo stop agli incentivi previsti” – chiarisce la nota – I delegati hanno quindi presentato una lettera di intenti della cittadinanza in merito alla geotermia inquinante e speculativa sia al Ministro dell’Ambiente che al direttore generale per il clima ed energia Renato Grimaldi».
«Le richieste sono state accolte con dei preziosi suggerimenti relativi alla causa – conclude la nota -I delegati ringraziano Sergio Costa e Renato Grimaldi per la sensibilità dimostrata in materia e tutti i petenti che con la loro partecipazione attiva hanno consentito tutto questo».
Segue il testo integrale della lettera consegnata.
“All’Attenzione del
Ministro dell’Ambiente
Sergio Costa
Gentile Ministro Sergio Costa,
lo scorso ottobre le abbiamo consegnato a mano questo documento: LINK
Nella petizione è stato raccolto il supporto dei cittadini e degli attivisti dei comitati al comunicato lanciato dai Meet Up 5 Stelle Congiunti di Toscana, Lazio, Lombardia, Sicilia, Campania. Per dire un NO alle trivelle geotermiche profonde inquinanti e richiedere uno stop agli incentivi previsti per queste false rinnovabili nel decreto FER1.
La nostra richiesta è stata pienamente accolta dal presente Ministero sul decreto FER1, tuttavia abbiamo mantenuto attiva la petizione raggiungendo ad oggi 5160 adesioni perchè crediamo che questo intento debba essere perseguito anche nel successivo decreto FER2.
L’uso di trivelle geotermiche profonde rappresenta una forma di sfruttamento energetico assolutamente incauta, pericolosa e distruttiva per il territorio italiano sotto ogni aspetto, ivi inclusi i pericoli per le attività agroalimentari, turistiche e per la salute stessa della popolazione; E’ una falsa rinnovabile, infatti oltre ad emettere più CO2 di una moderna centrale turbo-gas, dopo 7-10 anni i pozzi produttivi si esauriscono e bisogna ri-trivellare andando più in profondità, riducendo a groviera i terreni, che spesso collassano per il fenomeno della subsidenza.
I nuovi piani energetici regionali del Lazio e della Toscana prevedono un dilagare delle trivellazioni geotermiche profonde: saranno alcune centinaia, con una particolare e davvero preoccupante concentrazione nel Lazio, in Toscana, in Campania, in Sicilia e in Sardegna, interi territori abitati da decine di migliaia di persone.
Queste trivellazioni profonde di 3-7 Km metteranno in pericolo falde acquifere potabili, equilibrio idrogeologico, provocheranno un aumento dei terremoti indotti, immetteranno in atmosfera tonnellate all’anno di sostanze tossiche e velenose come Idrogeno Solforato, Mercurio, Metano, Ammoniaca e CO2.
Come abbiamo potuto apprendere dal Piano energia-clima 2019, c’è una concreta sensibilità in merito alla riduzione dei gas climalteranti in accordo con il Patto di Parigi.
Chiediamo quindi che venga modificata la pagina 47 di tale documento perché, se si investe su questo tipo di geotermia inquinante e speculativa, si va certamente contro tali obiettivi positivi.
Gli scienziati Riccardo Basosi e Mirko Bravi sulla rivista “Quale Energia” (Giugno/Luglio 2015) riportano le seguenti affermazioni, definendo “Geotermia di Impatto” le trivelle profonde geotermiche:
“ ….Il protocollo di Kioto e l’IPCC hanno considerato fino ad ora tutti i tipi di centrali geotermiche senza emissioni di C02 e gas climalteranti, adottando il concetto – ormai dimostratosi errato – che le emissioni naturali di Co2 delle zone geotermiche siano paragonabili a quelle causate dallo sfruttamento energetico delle stesse zone, trascurando la variabile temporale. Non hanno lo stesso effetto ambientale emissioni prodotte nell’arco di 30 anni di vita di una centrale o emissioni naturali di pari entità che si generino in 100.000 anni…“.
Tesi confermata per quanto riguarda le centrali geotermiche in Toscana dalla Delibera della Giunta Regionale Toscana n. 344 del 22 Marzo 2010: D.R.C n. 44/2008- PRMM 2008-2010: approvazione criteri direttivi per il contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geotermoelettriche.
“L’emissione specifica di anidride carbonica al 2007 risulta molto maggiore per le centrali dell’area amiatina (852 t/GWh) con valori più che doppi rispetto all’area tradizionale ( 308 t/GWh)”.
Vengono riportate anche le emissioni di CO2 di una moderna centrale termoelettrica alimentata a metano a cogenerazione (circa 350 t/GWh) e quelle di una centrale termoelettrica alimentata a olio combustibile (circa 700 t/GWh).
Risulta evidente che le centrali dell’Amiata emettono anidride carbonica più del doppio di una centrale a metano a cogenerazione; non solo, paradossalmente emettono 152 t di CO2 in più di una centrale alimentata a olio combustibile. La C02 risulta essere presente nelle emissioni alle centrali dell’Amiata in maniera abbastanza costante.Una centrale da 20 MW emette in media anidride carbonica dai 9000 ai 10.000 kg/h con picchi di 11.000 Kg/h. (In Amiata sono presenti 5 centrali : PC3, PC4, PC5 da 20 MW ciascuna nell’area geotermica di Piancastagnaio; Bagnore 3 da 20 MW e Bagnore 4 da 40 MW nell’area geotermica di Bagnore).
Queste centrali inoltre emettono una rilevante quantità di metano, altro gas climalterante. Nonostante questo si vogliono incrementare le trivellazioni anche sullo stesso Monte Amiata.
Tutto questo non solo non è in linea con gli obiettivi preposti e con il Patto di Parigi, viola anche abbondantemente il Patto di Kioto.
Inoltre i filtri AMIS presenti nelle centrali geotermiche sono efficaci solo parzialmente, agiscono solo sull’idrogeno solforato e sul mercurio (in un solo impianto anche sull’ammoniaca). Sono soggetti a blocchi frequenti e non vengono riparati immediatamente. Secondo l’Atlante dei conflitti ambientali, le emissioni giornaliere delle centrali geotermiche dell’Amiata misurate dall’Arpat con filtri AMIS attivi sono pari a 918 tonnellate di anidride carbonica, 15 tonnellate di metano, 1322 chili di idrogeno solforato, 960 grammi di mercurio (che si accumula nell’ambiente e passa nella catena alimentare), 180 grammi di arsenico, 4389 chili di ammoniaca. E nel 2014 non era ancora in funzione la centrale Bagnore 4.
Nel 2016 i filtri AMIS si sono bloccati ben 52 volte nelle sole centrali flash del Comune di Santa Fiora (GR) sul Monte Amiata in Toscana.
L’attività delle centrali geotermiche in stato di blocco di filtri AMIS dovrebbe essere completamente sospesa perché come è riconosciuto dagli studi vigenti, la centrale geotermica in funzione è pericolosa per l’uomo e soprattutto per i plessi scolastici nelle vicinanze, perché si sottopongono i bambini ad emissioni che non solo sono tossiche ma altamente velenose.
Si noti anche che l’Italia ha adempiuto per la prima volta nel maggio scorso all’obbligo di comunicare all’UE le emissioni di mercurio in atmosfera delle centrali geotermiche: 2,05 tonnellate nel 2014; 0,98 tonnellate nel 2015; 0,39 tonnellate nel 2016.
Chiediamo quindi, vista la criticità della situazione, che quanto è stato intrapreso nel decreto FER1 sia confermato nel decreto FER2.
E che ci sia una modifica incisiva della pagina 47 del Piano Energia-Clima 2019, evitando nuove installazioni on shore di Trivelle geotermiche profonde nel nostro territorio Italiano e garantendo il rispetto dei cittadini e dell’ambiente circostante in linea con la risposta che ci chiede l’Europa.
Invitiamo il presente governo a puntare sulle vere rinnovabili e a incentivare, nel caso della geotermia, solo le piccole utilizzazioni a bassa entalpia a non più di 200 metri di profondità fino a 1 MW di potenza.
Certi della sua sensibilità,
la ringraziamo anticipatamente.
I cittadini sottoscriventi la petizione
I meetup aderenti all’Iniziativa
I delegati delle petizioni lanciate in Europa”