GROSSETO – «Un’ordinaria settimana di odio e di menzogne. La mattina del 7 gennaio una ragazza denuncia di essere stata vittima a Grosseto, in via Rubino, di un tentativo di stupro da parte di due ‘nordafricani’. A riferirlo è il fidanzato, poi la diretta interessata conferma tutto ai carabinieri. Così si legge nella nota di Carlo De Martis, capogruppo Lista Mascagni Sindaco nel Consiglio comunale di Grosseto, che commenta i recenti fatti di cronaca dopo la confessione della presunta vittima che ha smentito la violenza subita.
«Mentre la comunità, sgomenta, si stringe attorno all’ennesima vittima di un per fortuna ‘solo’ tentato stupro, e mentre le indagini sono appena cominciate, la destra grossetana dà inizio all’abituale show. Le testate on line battono la notizia nel pomeriggio, ma il fatto è di pubblico dominio già da alcune ore»
«Fin dalla mattina gira un post di Maremma Migliore (il gruppo politico che aveva espresso l’assessore alla sicurezza Fausto Turbanti, oggi loro inviso dopo la recente rottura): “Stamani la fidanzata di un nostro amico ha subito un tentativo di stupro da parte di due ‘risorse’ … Ora ma porca la miseria ma che si aspetta a buttare fuori dai coglioni questi animali, ma che si aspetta a dare applicazione al decreto Minniti con i Daspo urbano e al Decreto Sicurezza di Salvini con le espulsioni!!”».
«A supporto arriva immediatamente l’assessore Fabrizio Rossi di Fratelli d’Italia: “È sconvolgente come in Italia siano all’ordine del giorno questi episodi ad opera di immigrati clandestini”. Da lì è un diluvio di interventi di inaudita violenza, un vero e proprio bestiario: “Ci vuole il manganello e farci giustizia da soli…”, “Pena certa si… ma di morte!!!”, “Dobbiamo iniziare a difenderci in qualunque modo”, “Si devono ammazzare questi essere inutili”, “Iniziate a castrarli a vivo”, “All’impiccagione”, “Se si continua così fra qualche anno loro saranno la maggioranza. Vivremo sotto le leggi dell’Islam”, “Mettete nome e cognome dello stupido e poi vanno nell’Ombrone e lo buttano giù di sotto, affidarsi alle leggi non serve a nulla. Se era la mi donna era già sistemato sto negro”, “Ci vorrebbe un po’ di dittatura”, “Muoviamoci da soli. Costruiamo un comitato di sicurezza”, “Ogni giorno che passa diventeranno più’ cattivi. Questi sono in astinenza di sesso pertanto quando vedono una donna gli va il sangue al cervello. Io il sangue glielo farei uscire in abbondanza dalla bocca!”».
«Il giorno dopo, l’8 gennaio, interviene il capogruppo di Fratelli d’Italia, Bruno Ceccherini, che minaccia il ricorso alle maniere forti: “Grosseto come tutto il nostro povero Paese e’ ormai in balia di queste bande di criminali … basta indulgenza, basta bugie, basta invasione, basta tutto questo, basta con le buone o con le cattive”. Evidentemente non soddisfatto, nello stesso giorno invoca un ritorno alla dittatura: “Vorrei tanto tre mesi di pura dittatura”. Gli fa eco Andrea Pieroni, consigliere comunale per la Lista del Sindaco Vivarelli Colonna, che rilancia: “Tre mesi sono pochi, ci vorrebbero almeno 10 anni per ripulire l’Italia”».
«Il 9 e il 10 gennaio intervengono le ‘autorità’: da due anni e mezzo al timone della città, e per vent’anni al governo dell’Italia regalandoci l’attuale quadro normativo in materia di immigrazione, la famigerata Bossi-Fini, il senatore della Lega Mario Lolini e la deputata di Forza Italia Elisabetta Ripani svelano al mondo la loro idea geniale per il risolvere il ‘problema sicurezza’ a Grosseto: l’esercito. Dopo aver raccattato consensi in campagna elettorale al grido di ‘più sicurezza per tutti’, e dopo aver perso l’alibi dei governi nazionali ‘buonisti’, si ritrovano in un vicolo cieco blaterando ritornelli ai quali non crede più nessuno. In fondo, al di là di ogni valutazione di opportunità, basterebbe informarsi per sapere che l’esercito non può in ogni caso sostituirsi alle forze dell’ordine, potendo svolgere solo servizi di vigilanza a obiettivi sensibili e di pattuglia congiuntamente alle forze di polizia.
E allora, ci domandiamo, gli illustrimissimi parlamentari cos’avrebbero fatto con l’esercito? Avrebbero collocato un autoblindo in via Rubino (tipico obiettivo sensibile…) la mattina del 7 gennaio?».
«Nel frattempo proseguono le indagini e, il 12 gennaio, quei sospetti che fin dal primo momento erano cominciati a girare in città trovano conferma nei riscontri degli inquirenti e nella confessione della ‘vittima’: era tutta una montatura. Tutto è bene quel che finisce bene? Certo che no. Perché di buono in questa storia non c’è nulla. C’è una ragazza che, per motivi ancora tutti da chiarire, si inventa vittima di una violenza, putacaso da parte di due ‘nordafricani’. C’è una parte di città che immediatamente reagisce, ma non riservando solidarietà alla (presunta) vittima, bensì odio e violenza verso gli immigrati in quanto tali».
«In quella parte di città si distinguono alcune forze politiche che si gettano sulla notizia come sciacalli, vuoi per dare risonanza ai soliti, miseri proclami xenofobi, vuoi per ravvivare la faida interna all’amministrazione comunale. Perché ormai è noto: lì siamo al tutti contro tutti, con la Lega che non perde occasione per delegittimare il sindaco e l’assessore alla sicurezza, scaricando su di loro il barile della mancanza di risultati, e Vivarelli Colonna che, dal canto suo, interviene accusando gli ‘alleati’ di governo (sia pur senza nominarli) di aver “cavalcato la notizia contribuendo a generare un clima di paura”».
«Infine, casomai qualcuno vi fosse davvero interessato, c’è un dramma reale, ed è quello della violenza maschile sulle donne, che non ha colore e men che meno bisogno di storie inventate o di bieche strumentalizzazioni politiche, ma piuttosto di consapevolezza, sensibilità, rispetto e, soprattutto, di una profonda trasformazione culturale».