GAVORRANO – «Il controllo di vicinato non è un tema da bagarre politica, e pur non essendo mia volontà entrare in polemica con il capogruppo di minoranza Andrea Maule, è necessario ribadire che le parole critiche del capogruppo Giulio Querci sono condivise da tutto il gruppo consiliare, compresi sindaco e giunta, visto per nostra fortuna la compattezza che ci contraddistingue ci permette di poter ribadire che il capogruppo prende posizioni che rappresentano l’intero gruppo consiliare, e non iniziative personali». A parlare è il sindaco Andrea Biondi che interviene sul dibattito che si è aperto a Gavorrano sulla proposta, da parte della minoranza di centrodestra, sul controllo di vicinato.
«Il controllo di vicinato – aggiunge Biondi – farà parte di una serie di azioni tese a migliorare la sicurezza percepita ed agevolare la convivenza sociale nel nostro territorio, il tassello di un quadro generale, pertanto la stesura del futuro Regolamento comunale terrà conto della nostra volontà di sottolineare l’utilità sociale di tale iniziativa, non solo per dare uno strumento di cittadinanza attiva e di sicurezza partecipata, ma favorire il rafforzamento (ed in alcuni casi la ricostruzione) del senso di comunità. Troppo semplicistico sarebbe rilegare il tema del miglior controllo del territorio alla mera azione sanzionatoria e repressiva che giustamente spetta alle Forze dell’Ordine, e non ai singoli cittadini».
«È importante sottolineare – spiega ancora Biondi – che fra i doveri del Comune, secondo il protocollo d’intesa proposto dalla Prefettura di Grosseto, è enunciata la doverosa azione di vigilanza sulla rigorosa osservanza della corretta esecuzione del progetto “Controllo di Vicinato” da parte dei cittadini, affinché, in particolare, essi: limitino il proprio intervento ad un’attività di mera osservazione; si astengano da incaute iniziative personali o comportamenti imprudenti che potrebbero determinare situazioni di pericolo per i medesimi o altri; non sconfinino in eventuali, possibili forme di pattugliamento attivo, individuale o collettivo del territorio; non utilizzino uniformi, emblemi, simboli, altri segni distintivi o denominazioni che possano ricondurre direttamente o indirettamente ai Corpi di polizia, statali e locali, ovvero alle Forze Armate o ad altri Corpi dello Stato, o essere espressione di partiti o movimenti politici, di organizzazioni sindacali, o essere ad alcun titolo riconducibili a questi».
«Proprio quest’ultimo obbligo, previsto nella bozza del protocollo d’intesa proposto dalla Prefettura di Grosseto con lettera datata 12 Dicembre 2018, mi porta a rigettare la richiesta di appoggio da parte dell’Amministrazione Comunale verso il neonato gruppo di Controllo di Vicinato San Giuliano per la sua innegabile connotazione politica, essendo costituito in pompa magna su iniziativa della lista di opposizione Di Curzio Sindaco, e prevedendo in qualità di Coordinatore lo stesso Capogruppo di minoranza Andrea Maule».
«Naturalmente questo non significa privare qualsiasi cittadino della possibilità di aderire ad un progetto di sicurezza partecipata, al di là delle proprie posizione politiche, ma dovrebbe essere altrettanto naturale comprendere che le iniziative di interesse collettivo e trasversale possono essere compromesse sul nascere dalla bieca volontà di apporre forzatamente sopra la propria ‘giubba’, il proprio colore di parte».
«So bene che questa posizione sarà oggetto di critiche da parte dello stesso gruppo di opposizione, con la stessa retorica che vede facilmente accusare “(…) della consueta arroganza politica che contraddistingue certi partiti (…)”- per usare le parole dello stesso Maule – anche se nolente o dolente il sottoscritto non fa parte di nessun partito, ma spero almeno che per decenza mi siano risparmiate le accuse di “(…) comprovata ignoranza tecnica (…)”».
«Per concludere faccio mie le parole già utilizzate dallo stesso Capogruppo di Gavorrano Progressista Querci, nel ribadire che «(…) porteremo avanti questo lavoro con serietà e nell’interesse della collettività senza piegarci a squallidi tornaconti politici, rispettando quello che è il mandato ricevuto dai cittadini gavorranesi».