GROSSETO – «La democrazia è un sistema di organizzare le comunità fondato sulla libertà ma le persone libere non sono tutte uguali e pensano, valutano criticamente. Poi ci sono quelli come Vivarelli Colonna che amano smodatamente il proprio successo e quindi degli altri (i cittadini) non gli importa nulla e neppure della città che amministra se non è funzionale alla sua fortuna» Inizia così quello che il segretario dell’unione comunale del Pd Leonardo Culicchi chiama “discorso di fine anno al sindaci”.
«Vivarelli Colonna è un sindaco debole e non solo perché ostaggio del suo egocentrismo ma soprattutto perché non offre soluzioni alla città che governa – prosegue Culicchi -. Più la sua strada come sindaco è costellata di fallimenti più la sua palese incapacità si trasforma in rabbia e si traduce in regole nuove o nell’applicazione rigidamente stupida delle troppe regole che già ci sono. Vivarelli conosce la burocrazia interpretata solo come strumento di potere e non come un sistema organizzato di servizi per la comunità. Le classificazioni politiche in tal caso, destra, centro e sinistra non contano, non hanno significato».
«Oggi i suoi riferimenti sono quelli della Lega perché apparentemente vincenti, ieri era alleato con i 5 stelle, prima ancora guardava da altra parte, domani chissà… ma la finalità è sempre una sola: se stesso – afferma -. L’egocentrismo è un male incurabile e oscuro per cui non c’è cura e non si fidino quelli della Lega perché Vivarelli, se gli conviene, è pronto a tradire anche loro. Bene essere chiari, dunque, in Italia ci sono sindaci di tutti gli schieramenti che lavorano bene per il proprio Comune, a Grosseto non è così. Il sindaco è una persona divisiva che parla al consiglio comunale per quindici minuti senza mai guardare, per spregio, i banchi dell’opposizione».
«C’è un sindaco e c’è la gente che vuole, prima di tutto, venga data risposta ai propri bisogni primari e il bisogno primario di un commerciante del centro storico è che ci sia “vita” per poter far crescere la propria attività e la propria famiglia. Invece il centro storico è degradato per assenza di vita. Le regole sono fatte per essere applicate ma il sindaco alcune sembra dimenticarle per poi vantarsi di averne varate di nuove e migliori. Contano i fatti: ci sono, ad esempio, le imprese locali che soffrono perché il Comune nel 2018 ha riservato per loro solo 340 mila euro di lavori e ha assegnato 10 ml di lavori ad imprese non locali quando già il codice degli appalti consentiva un’attenzione al territorio attraverso la licitazione negoziata sino ad un milione di euro».
«Per Vivarelli non ci sono mai responsabilità, il suo fallimento è colpa di altri, di chi c’era prima e prima ancora o dei tecnici o, comunque, di chi non l’ha capito, perché l’insuccesso non è cosa per lui e la sua giunta. Spot e post. Paroline brevi e comprensibili, fotografie di attimi, questo è il linguaggio che rappresenta la fuga del sindaco da un’altra parola ben più complessa: responsabilità. Eppure la responsabilità sarebbe la chiave di un governo democratico che funziona: responsabilità dei cittadini e degli amministratori, dei dipendenti pubblici e delle imprese».
«Ultimo esempio è la solerte attività dell’assessore ai rifiuti e dei risultati ottenuti. Abbiamo cassonetti “intelligenti” e aggiungo “molto ingombranti” e, contemporaneamente, un proliferarsi di abbandoni in tutta la città. Forse impegnarsi un po’ di più su cosa significhi appartenere a una città, controllare e reprimere chi rifiuta questa appartenenza contribuendo al degrado, orientare le iniziative dei vigili urbani anche in questa direzione, sarebbe più produttivo. In una città bella e ben tenuta si vive meglio. Una città bella e ben tenuta afferma un primato su violenza, malaffare, ignoranza. Ma a Vivarelli Colonna tutto questo non interessa e cerca di innalzare un muro di burocrazia per nascondere se stesso e difendersi dai cittadini che minano il suo successo» conclude Culicchi.