GROSSETO – «La maggioranza del Consiglio Comunale nella seduta di ieri mattina ha approvato il regolamento volto a determinare le “Misure per la tutela e il decoro del patrimonio culturale del centro storico di Grosseto”. Il Movimento 5 stelle, incapace di cogliere la portata rivoluzionaria del provvedimento, non si è smentito e come al solito ha votato contro aggiungendo così il suo no alla lunga serie di bocciature sinora collezionate» a farlo sapere una nota dei consiglieri comunali pentastellati.
«In effetti c’è da dire che alcuni passaggi del nuovo regolamento sono espressione di una levata di ingegno talmente elevata che non era facile cogliere – proseguono i consiglieri – l’articolo 8 ne è esempio eclatante. Con un testo di appena quattro righe la norma risolve per sempre ed in modo definitivo un problema che attanaglia il centro storico del capoluogo oramai da anni: la movida dei giovani. La soluzione, nella sua genialità, è tanto semplice quanto efficace. I ragazzi del sabato sera si mettano l’anima in pace, la “festa” è finita! D’ora in poi se vogliono bere alcolici in centro non hanno più scelta: o se li portano dietro da casa o li acquistano nelle zone esterne al centro storico (anche appena fuori dall’area perimetrata) oppure li comprano anche all’interno dell’area ma prima delle 21 (anche se poi nulla vieta loro di tornare a prenderli dal venditore dopo). Altre possibilità non ci sono. Quindi tutti tranquilli: problema risolto. È evidente come la nostra provocazione nasconda profonde perplessità inerenti al Regolamento sul decoro urbano appena approvato; perplessità che non toccano le finalità del Regolamento ma il metodo con cui è stato concepito».
«In merito alle tipologie delle attività consentite all’interno del Centro Storico – chiarisce il gruppo consiliare 5 Stelle – non mettiamo in discussione il divieto di aprire alcune attività così come descritte nell’Art. 2 (Titolo 1) del Regolamento approvato dalla maggioranza. Ciò che a noi colpisce è il criterio che ha portato alla redazione di tutta una serie di paletti che hanno come unico scopo la chiusura a tutte le proposte commerciali che non siano legate in modo prevalente al territorio locale. Noi riteniamo che la territorialità possa e debba rientrare tra i “punteggi” di valore, finalizzati al miglioramento della qualità di un servizio che si intende offrire alla cittadinanza. E’ evidente però, che per noi, è la qualità che dovrebbe essere incentivata, tutelata, premiata e valorizzata».
«Come? – propongono i consiglieri – Ad esempio, attraverso sgravi e oneri fiscali alleggeriti, mediante la definizione di una vetrina digitale collettiva, associata ad un marchio che racchiuda il meglio che la città di Grosseto riesce ad esprimere (una sorta di patrocinio che il Comune si vanta di attribuire a tutte quelle attività che ottengono alti punteggi rispetto ad una griglia di parametri di valore definiti dal Comune stesso con l’ausilio dalle Associazioni di categoria). Quindi, certamente apertura totale verso i prodotti del territorio, verso le tipicità (tortello maremmano, bottarga di Orbetello, pistacchio di Bronte, il Tè oolong di Taiwan…), verso la qualità delle materie prime, verso l’idea progettuale innovativa ed originale, verso la redazione di un progetto coerentemente studiato nell’arredo degli interni, degli esterni, delle vetrine e nella grafica. Apertura inoltre verso quei progetti che perseguono come obiettivo anche il buon inserimento nel contesto storico e totale apertura verso quelle idee supportate da uno storytelling valido e credibile. Tutto quanto sopra detto, andrebbe incentivato e perseguito con coraggio».
«Con intento propositivo quindi – concludono i consiglieri – venerdì scorso, abbiamo chiesto al Consiglio Comunale di ritirare il Regolamento per rinnovare un confronto ed un approfondimento ulteriore con le Associazioni di categoria, con le varie parti politiche, con i portatori di interesse. La crisi del nostro centro storico, la crisi dei centri storici italiani, si lega inevitabilmente alla crisi del retail. Dobbiamo necessariamente affrontare il fenomeno avendo ben chiaro un fatto: il problema non è di facile soluzione perché legato a dinamiche sociali complesse e complicate che investono questo momento storico. L’esercizio di copiatura che ci è stato sottoposto in Consiglio Comunale, per noi non è sufficiente e non risolverà il problema».