GROSSETO – Sarà ricordato oggi, in Senato, ad un anno dalla scomparsa, il senatore Altero Matteoli. Alla commemorazione parteciperanno il senatore Maurizio Gasparri, il presidente della regione Liguria Giovanni Toti, Anna Maria Bernini, presidente del gruppo senatori forza Italia, Lorenzo Cesa segretario Udc, la presidente del senato Maria Elisabetta Casellati. Modera l’incontro, dal titolo ‘Altero Matteoli: un pensiero che vive’, Francesco Verderami.
«È passato un anno, da quando un incidente sull’Aurelia si è portato via l’ultimo Granduca della Toscana, Altero Matteoli – ricorda l’amica Cristina Gimignani -. Con la sua morte, si scrive la parola ‘fine’ su una saga di potere che, partita da Amintore Fanfani, si è snodata attraverso Vannino Chiti, Denis Verdini, Riccardo Nencini, Matteo Renzi: ciascuno nel proprio schieramento, mantenendo specificità che hanno fatto grande la politica italiana e che hanno portato la nostra regione ai massimi livelli della compagine governativa. Alfiere indiscusso del primato della politica, Altero Matteoli non era populista, ma restava fermamente convinto della necessità dell’Unione del centro destra al governo, passando dal rispetto delle esigenze territoriali».
«Nei primi anni 2000, quando Grosseto e la sua provincia vennero eletti a modello nazionale – prosegue Gimignani -, era orgogliosissimo della sua ‘creatura’, un’isola azzurra in un mare di amministrazioni ‘rosse’ che piano piano cambiavano colore. È passato un anno, ma sembra trascorso un secolo, tanto è cambiata la politica. Io, sono solo uno scrittore con una memoria di ferro e ricordo ogni momento, ogni passo di un fiume di rapporti e relazioni che tanti anni di lavoro e amicizia hanno portato la gente a identificarlo come l’amico di tutti: la frase tipo era sempre ‘digli a Altero che’. Su qualunque argomento, tanto che spesso mi diceva ‘ma a Grosseto, lo sanno che non sono la Fata Turchina?’»
«Era simpatico, Altero, sempre con la battuta pronta nascosta dietro una maschera di ghiaccio, pronta a sciogliersi al primo sorriso. Il partito, per Matteoli doveva restare cassa di compensazione tra la società civile e il governo, interfacciandosi con i gruppi di pressione, ma senza esserne schiavo. Questa, era la novità assoluta del documento ‘Proposta Italia’, presentato al congresso di Sorrento dell’Msi e che aveva cambiato la storia dei rapporti tra la destra e i poteri forti» conclude Gimignani.