GROSSETO – Questa mattina il vescovo Rodolfo si è recato all’obitorio dell’ospedale Misericordia per pregare e fermarsi alcuni istanti dinanzi alla salma di Virgilio Angelo Galli, deceduto nella giornata di domenica 16 dicembre e i cui funerali saranno celebrati questo pomeriggio a Nomadelfia.
La storia di Virgilio Angelo Galli è legata molto a quella di Nomadelfia. Nel ’49, a 19 anni (minorenne per l’epoca), conobbe a Milano l’esperienza della comunità fondata da don Zeno in occasione della “Settimana di Nomadelfia”, che si tenne nel Duomo del capoluogo lombardo, al termine della quale alle prime coppie di sposi di Nomadelfia vennero affidati come figli bambini che non avevano più nessuno.
Virgilio Angelo andò a Fossoli, nell’ex campo di concentramento che fu la prima dimora dei nomadelfi, mentre di lì a pochi mesi – era l’aprile del 1950 – arrivò coi nomadelfi in Maremma, dove la comunità si stabilì definitivamente. Nel 1952 si unì in matrimonio con Anna Maria, giovane di Nomadelfia, che aveva già ricevuto in affido alcuni bambini, che diventarono i figli della coppia. Insieme, Virgilio e Anna Maria hanno avuto 14 figli.
Con don Zeno, Virgilio Angelo ha mantenuto un rapporto fatto di profondo affetto e stima, tanto che ne fu anche collaboratore diretto. Molto forte il legame di Virgilio Angelo con la Terra Santa. Egli più volte è stato in Israele vivendo anche alcuni mesi in un kibbutz per conoscere da vicino quell’esperienza.
Era cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e teneva tanto a questa sua appartenenza proprio per il legame con la Terra Santa. Galli ha dato anche alle stampe dei libri. In particolare “Qualcosa del padre” e uno sul venerabile padre Giovanni Nicolucci da San Guglielmo.