ROMA – Il senatore Berardi è in piazza insieme al direttivo nazionale del Sib, Sindacato Italiano Balneari, che ha organizzato una manifestazione davanti a Montecitorio per sensibilizzare i parlamentari sui problemi che i balneari colpiti dal maltempo si trovano ad affrontare.
«Non chiediamo sussidi economici, ma solo di poter continuare a lavorare – dice il Sib che aderisce a Fipe Confocommercio – la manifestazione, oltre al direttivo, è stata allargata anche i presidenti provinciali e ai rappresentanti dei gruppi delle località maggiormente colpite dalle avversità atmosferiche e interessate dal fenomeno erosivo. La riunione è stata convocata, con urgenza, al fine di decidere le iniziative sindacali da intraprendere per sensibilizzare il Parlamento ad adottare una misura di salvaguardia temporale che metta in sicurezza la balneazione attrezzata italiana, importante segmento del nostro ‘Made in Italy’, “condannata a morte” da un’errata interpretazione della Direttiva Bolkestein e gravemente ferita dagli eventi atmosferici delle scorse settimane».
L’incontro in piazza Montecitorio, secondo il Sib, serve ad avviare contatti e dialoghi con i parlamentari appartenenti a ogni schieramento politico: «E’ tempo che il Governo e il Parlamento adottino, con la legge di stabilità, una norma che metta in sicurezza questo importante segmento della balneazione attrezzata italiana, da anni fiore all’occhiello della nostra offerta turistica – afferma Antonio Capacchione, presidente del Sindacato – attraverso un prolungamento della durata delle concessioni. Siamo di fronte al rischio di non apertura, nella prossima stagione estiva, di ben 3.000 imprese danneggiate dall’erosione e dagli eventi calamitosi del 30 ottobre scorso, con danni incalcolabili per il turismo del Paese e un vantaggio competitivo per i nostri agguerriti concorrenti nel mercato internazionale delle vacanze».
«Il 40% delle spiagge italiane, infatti – prosegue il presidente – è interessato oggi dalla riduzione dei litorali, mentre il 10% della nostra balneazione attrezzata ha subito danni, più o meno gravi, a causa delle recenti mareggiate. Non c’è più tempo da perdere. Di fronte a questo disastro è arrivato il momento che il Governo e il Parlamento diano più tempo alle imprese balneari, anche per metterle nelle condizioni di effettuare gli adeguati investimenti, (necessari per affrontare l’agguerrita concorrenza internazionale), e per la ricostruzione degli impianti distrutti».
«Alcune foto significative dei danni causati dell’erosione e dalla furia della natura sono state inviate ai parlamentari – conclude Capacchione – altre sono state mostrate dagli stessi titolari degli stabilimenti balneari in piazza Montecitorio, sia prima che dopo i danni subiti. I balneari italiani non chiedono incentivi economici o sussidi, ma solo di poter continuare a fare quel lavoro che hanno dimostrato di saper fare bene e che il mondo ci invidia».