GROSSETO – «La dirigente ha violato la normativa del testo unico delle leggi sulla scuola» per questo il sindacato Cobas si è rivolto al giudice del lavoro per tutelare una propria iscritta. La docente insegna alla scuola materna del Comprensivo 4. Finito il ciclo di insegnamento, e prima di iniziarne uno nuovo, ha chiesto un trasferimento interno, in un’altra sezione. Anzi per sicurezza ne ha chieste tre. «Le sezioni da lei chieste sono però state assegnate a docenti che nemmeno le avevano chieste, e che, in aggiunta, nella graduatoria interna sono dopo di lei».
«La preside non solo ha rifiutato la richiesta senza neppure motivarla, ma ha assegnato l’insegnante all’unica sezione antimeridiana, ossia che sta aperta solo la mattina, cosa che la legge vieta nel caso in cui la docente sia part time (come in effetti è la nostra iscritta) – afferma Giuseppe Follino dei Cobas -. Su dieci sezioni soltanto una è aperta solo la mattina. E proprio a quella è stata assegnata. Stiamo parlando di una maestra con 31 anni di servizio (12 dei quali in quel plesso), che si è vista passare avanti, nelle richieste, colleghe appena arrivate».
Quello che lamenta il sindacato sono le scelte unilaterali della dirigente scolastica «e la tendenza a scavalcare gli organi collegiali. L’insegnante è stata chiamata cinque minuti prima della riunione e è stato comunicato il diniego alla sua richiesta, senza alcuna comunicazione scritta. Eppure i posti c’erano. Dunque si è trattato di una scelta assolutamente arbitraria».
La docente in questione lo scorso anno è stata gravemente malata, tanto da essersi assentata per oltre 110 giorni, 60 di malattia e altrettanti in aspettativa senza stipendio «Per consentire ai bambini di avere una supplente con continuità». Per questo quest’anno ha chiesto il part time.
«Abbiamo chiesto più volte incontri alla preside, il primo il 6 dicembre, perché rivalutasse la sua posizione prima dell’inizio della scuola, senza danneggiare i bambini – sottolinea Fabio D’Ubaldo – ma non ci ha voluto incontrare, e così siamo stati costretti a rivolgersi al tribunale del lavoro». Stamani la prima udienza davanti al giudice Giuseppe Grosso. «Al momento agli atti non c’è nulla che possa ostacolare la richiesta dell’insegnante – prosegue il sindacato -, se non la volontà discrezionale della preside di negare qualcosa che non c’è motivo di negare».
«Purtroppo il caso di Antonella non è isolato: anzi, sono molti i docenti che si trovano in questa situazione – ricordano i Cobas -. Da sempre contrastiamo l’abuso di alcuni presidi di assegnare le cattedre ai docenti senza rispettare la norma che prevede, all’interno della procedura, un ruolo ben preciso sia del Consiglio d’istituto sia del collegio dei docenti. Anche quest’anno sono stati segnalati i casi di Cosimo, al quale sono state assegnate ben sette classi contro le tre che di solito vengono assegnate ai docenti di lettere; di Rosanna, alla quale volevano assegnare una cattedra di 19 ore contro il limite delle 18, e in più senza rispettare il criterio della continuità didattica».