FIRENZE – “Questa è una legge pensata per dare maggiore equità ed efficienza al sistema dell’edilizia residenziale pubblica in Toscana, ed anche per dare maggiore autonomia ai Comuni nell’affrontare il problema della casa, anche alla luce delle trasformazioni sociali ed economiche che si sono verificate negli ultimi 20 anni. Mette i singoli Comuni e i nuovi soggetti gestori nelle condizioni di poter ottenere il rispetto dei doveri di chi è assegnatario di un alloggio e, di conseguenza, poter garantire meglio i diritti di chi è iscritto nelle graduatorie, in attesa”. Così l’assessore regionale alla casa Vincenzo Ceccarelli ha spiegato il senso della nuova legge regionale sull’edilizia residenziale pubblica, la cui discussione in Consiglio regionale è iniziata questa mattina e si concluderà nella prossima seduta.
“Abbiamo affrontato il lungo percorso di revisione con l’obiettivo di semplificare e razionalizzare il sistema della gestione dell’edilizia residenziale pubblica – spiega Ceccarelli – per generare risparmi e garantire maggiori risorse per la manutenzione e la ristrutturazione degli alloggi. Abbiamo mantenuto un costante confronto con tutti i soggetti coinvolti : comuni, soggetti gestori, sindacati degli inquilini ed altri portatori di interessi. E proprio a seguito di questa lunga concertazione abbiamo rinunciato, su richiesta dei Comuni, all’idea di ridurre da 11 a 3 i soggetti gestori del patrimonio immobiliare pubblico, ma non per questo è venuta meno l’idea di cercare una maggiore efficienza del sistema”.
In questo senso la Regione favorirà, anche tramite intese e accordi, la definizione di uno schema tipo di contratto di servizio fra Comuni e soggetti gestori, per uniformare a livello regionale i rapporti fra i gestori e per garantire il massimo livello di reinvestimento nel settore delle risorse derivanti dai canoni. Saranno definiti anche dei modelli organizzativi che, oltre ad assicurare la rappresentatività di tutti i Comuni partecipanti ed il massimo consenso nei processi decisionali, mirino ad incrementare il livello di efficacia ed efficienza nei processi di gestione del patrimonio ERP. Questo potrà avvenire anche attraverso lo svolgimento di specifiche funzioni in forma associata tra più gestori, ad esempio per quanto riguarda la funzionalità degli stessi nelle attività di stazioni appaltanti. Per favorire tali processi è prevista l’applicazione di meccanismi premiali definiti dalla Giunta Regionale.
Rispondendo ad alcune ‘critiche’ mosse alla proposta di legge nei giorni scorsi, l’assessore ha precisato che: “La legge non prevede alcun aumento strutturale dei canoni, ma un aggiustamento nel senso dell’equità, tenuto conto che chi vive in alloggi a minore efficienza energetica ha un maggior costo per energia elettrica e riscaldamento”. Ha inoltre ricordato che “sono previsti interventi molto ponderati che premiano la ‘storicità’ della residenza in Toscana, ma senza alcuna distinzione di etnie o provenienza, con l’unico obiettivo di creare le premesse affinché siano i nuclei familiari più deboli e bisognosi a vedersi assegnato l’alloggio popolare. Ed è sbagliato dare su questo aspetto altre letture pretestuose”.
L’assessore ha inoltre ricordato nel suo intervento in aula i forti investimenti previsti e realizzati dalla Regione Toscana nel settore dell’edilizia pubblica negli ultimi anni. Ad inizio mandato erano stati promessi 100 milioni di investimenti in nuovi alloggi, dei quali 61,5 sono già stati utilizzati per interventi realizzati o in via di realizzazione. A questi si aggiungono 27 milioni che sono stati destinati ad interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria.
La Regione Toscana ha inoltre contribuito ad arginare l’emergenza casa grazie a 5 milioni di risorse regionali destinate al contributo affitti e ad un milione per evitare lo sfratto dei cosiddetti ‘morosi incolpevoli’ nei Comuni a bassa densità abitativa (risorse che si aggiungono ai circa 2 milioni di contributo nazionale per i ‘morosi incolpevoli’ dei Comuni densamente abitati).
“Abbiamo dimostrato con i fatti e con le risorse la nostra attenzione al tema dell’emergenza abitativa – ha concluso Ceccarelli – auspico di vedere la stessa attenzione anche a livello nazionale, già da prossima legge finanziaria”.
L’iter di approvazione della legge, avviato questa mattina, proseguirà nella prossima seduta del Consiglio Regionale.
Queste le principali novità contenute nel testo della legge:
DECADENZA. Si è introdotta una valutazione patrimoniale dei beni mobili, resa possibile dal sistema ISEE, per una maggiore equità nella destinazione degli alloggi ERP. Così come resta confermato l’accertamento dei requisiti, in particolare per quanto riguarda la possidenza immobiliare. La soglia di decadenza è collegata alla fascia ISEE utilizzata in altri settori dell’intervento pubblico, come la sanità o il TPL, portandola a 36.151,98 €.
PIU’ AUTONOMIA PER I COMUNI. Si è incrementata l’autonomia e la responsabilizzazione dei comuni nella gestione dei casi più delicati, per i quali ciascun comune potrà disporre anche un limite ISEE inferiore a quello fissato dalla legge nel classico valore di 36.151,98€. Maggiore autonomia per i comuni sarà data anche nella gestione di bandi speciali o assegnazioni temporanee per far fronte a situazioni di emergenza.
SOTTOUTILIZZO. E’ introdotta una nuova disciplina del sottoutilizzo degli alloggi, calcolato in base al rapporto tra numero dei vani e numero dei componenti del nucleo familiare assegnatario, che prevede una maggiorazione del canone di locazione esclusivamente nei casi in cui il nucleo familiare stesso non acconsenta alla mobilità verso un alloggio di dimensioni adeguate.
MEDIATORE SOCIALE E CULTURALE. Novità assoluta è la previsione di attività e di procedure per evitare possibili conflitti all’interno delle comunità ERP, con la figura del mediatore sociale e culturale, che potrà anche avere residenza in determinati contesti e la possibilità di svolgere specifiche attività di informazione e formazione nei confronti degli assegnatari.
SISTEMA DEI PUNTEGGI E CONDIZIONI DI STORICITÀ DI PRESENZA. E’ previsto un incremento per i casi legati alla presenza di disagio abitativo (abitazioni precarie o inadatte, incidenza del canone sul reddito, coabitazioni, ecc), eliminando il precedente limite al cumulo dei punteggi attribuiti per singolo fattore. Inoltre se la residenza anagrafica o la prestazione di attività lavorativa continuativa di almeno un componente del nucleo familiare nell’ambito territoriale di riferimento del bando, risulta essere da almeno 10 anni alla data di pubblicazione del bando, saranno previsti 2 punti; se da almeno quindi anni 3 punti; se da almeno venti anni 4 punti. Invece, per la presenza continuativa del richiedente nella graduatoria comunale o intercomunale per l’assegnazione degli alloggi, ovvero presenza continuativa del richiedente nell’alloggio con utilizzo autorizzato, sono previsti 0,50 punti per ogni anno di presenza in graduatoria o nell’alloggi o, fino ad massimo di 6 punti.