GROSSETO – «Mercoledì scorso la Lega, con nientepopodimeno che il deputato Mario Lolini e il segretario provinciale Andrea Ulmi, lancia l’allarme: l’Istituto scolastico Leopoldo II Lorena intende ospitare “classi del CPIA (Centro per l’istruzione degli adulti) composte da extracomunitari”. Si “temono infezioni, visto che le aule non sarebbero disinfettate con regolarità”, venendo addirittura lasciati intendere possibili contagi da Hiv» afferma Carlo De Martis capogruppo della Lista Mascagni in consiglio comunale di Grosseto.
«Il sindaco ci pensa un po’: mentre in città infuria lo sdegno, lui pubblica sorridentissimi selfie insieme ai cestini della spazzatura. Dopo 24 ore di assoluto silenzio rivela al mondo che tutto quanto dichiarato dalla Lega è completamente fasullo, però la Lega è azionista di maggioranza della sua poltrona e allora non solo giustifica tragicamente gli alleati – “hanno riportato semplicemente la preoccupazione di alcuni genitori” – ma per non essere da meno butta il carico. Attacca i dirigenti scolastici interessati (che, fino a prova contraria, rispondono al Ministero dell’Istruzione e al principio dell’autonomia scolastica) ed auspica che d’ora in avanti le attività didattiche del CPIA siano collocate fuori dalla città, in ogni caso in edifici non scolastici – dice – per evitare “qualsiasi tipo di coabitazione” con gli altri studenti (definiti “regolari”), “non sostenibile con altre esigenze della città”».
«E mentre qualcuno comincia a domandarsi chissà quali potrebbero essere queste fantomatiche “esigenze della città”, che imporrebbero l’allontanamento degli studenti del CPIA per evitare la contaminaz… ooops coabitazione con gli studenti ‘regolari’, la Fondazione Grosseto Cultura suona il requiem per la sua creatura forse più bella, e longeva. La Città Visibile. In fondo, su questo non si può tacciare l’Amministrazione comunale di incoerenza. La politica culturale del duo Vivarelli Colonna-Agresti fu inaugurata proprio con la cancellazione, per il 2017, della Città Visibile (erano i tempi in cui la Fondazione era presieduta dal Torquemada de noantri, ricordate?)».
«Venerdì interviene l’assessore alla cultura, giustificandosi così: “è solo una questione di risorse”. Forse l’assessore non sa (o spera che i cittadini, ignari, se la bevano) che la Città Visibile non solo è un progetto ‘low budget’ (sicuramente meno oneroso del pacchetto di eventi appaltato a Grosseto Fiere, ma questa è un’altra storia), ma è anche straordinariamente virtuoso, perché capace di mettere in rete le realtà artistico-culturali della città, innescando inediti meccanismi di partecipazione».
«Se qualcosa in questi anni ha permesso di evitare la definitiva morte del centro storico, è stata anche e proprio la Città Visibile. Che oggi il Comune decida di abbandonare un’esperienza del genere, privando l’intero centro storico, e in modo particolare le nuove realtà del Pop-Up Lab (per le quali sono stati investiti 85.000 euro, per lo più della Regione), di un’opportunità unica come la Città Visibile, allora non è soltanto indice di disinteresse verso la vita culturale della città, ma è sintomo di una totale incapacità di programmazione, e dunque di amministrazione».