GROSSETO – Anche Angelo Gentili, membro della segreteria nazionale di Legambiente e coordinatore di festambiente, interviene sulla polemica che si è scatenata in città dopo l’intervento della Lega sulla presenza dei migranti nelle scuole della città, per frequentare i corsi pomeridiani dedicati all’istruzione per gli adulti. A tale proposito l’esponente del Cigno verde scrive una lettera aperta che riportiamo integralmente.
“Quelle dell’onorevole Lolini e del segretario della Lega Ulmi sono state dichiarazioni che hanno suscitato numerose reazioni in città. E da cittadino e genitore, prima che rappresentante di Legambiente e del mondo del volontariato e della società civile, sento anche io l’urgenza di esprimere la mia opinione a riguardo. Inizio questa lettera aperta col dire che sono convinto che oggi più che mai ci sia bisogno di una scuola che, da luogo di condivisione per definizione, sappia sempre più mettere al centro della propria azione i valori dell’accoglienza e della partecipazione attiva. La scuola ha il dovere di includere e non escludere e, soprattutto, di insegnare alle giovani generazioni i valori dell’uguaglianza, dei diritti civili e della tolleranza e consentire loro di essere consapevoli di ciò che li circonda.
A tale riguardo, mi preme sottolineare che i migranti che arrivano nel nostro Paese si lasciano alle spalle, loro malgrado, situazioni devastanti: guerre, fame, povertà, gravi dissesti ambientali determinati dai cambiamenti climatici. Ed i nostri giovani devono essere consapevoli di ciò e devono essere inseriti in contesti in cui la solidarietà e l’inclusione vengono considerati assunti indiscutibili. Ciò a partire proprio dalla scuola che dovrebbe rappresentare una palestra di vita oltre che un modello formativo per i nostri figli. I corsi pomeridiani effettuati al di fuori dell’orario scolastico nelle aule dell’istituto agrario, organizzati dal centro provinciale per l’istruzione agli adulti che, come noto, svolge un ruolo prezioso, garantendo l’istruzione di base e la conoscenza della lingua italiana a chiunque ne abbia necessità, rappresentano un presidio che deve essere fortemente difeso. Basti pensare, ad esempio, all’importanza che riveste la padronanza della nostra lingua come prima forma di integrazione per chi arriva in Italia da Paesi lontani. Inoltre, è bene ribadire che controlli effettuati sui migranti dalle istituzioni preposte rispetto ad eventuali rischi sanitari sono molto scrupolosi e i pericoli di eventuali “contaminazioni” non esistono affatto.
La città e la scuola hanno il compito di essere luoghi aperti al confronto e alla conoscenza tra soggetti diversi, in cui le contaminazioni sociali e culturali devono rappresentare una fonte continua di arricchimento per i nostri ragazzi, liberandoli e liberandoci da facili e fuorvianti pregiudizi che non fanno altro che aprire la strada ad atteggiamenti e comportamenti razzisti che occorre condannare con fermezza.
Una buona scuola è una scuola aperta ed inclusiva, capace di diffondere i valori della coesistenza civile e della solidarietà, che non ha paura di chi ha la pelle di un colore diverso e non lo considera portatore di rischi di natura sanitaria o sociale. Una buona scuola è tale perché, adottando le necessarie precauzioni, si dimostra aperta e capace di vedere nei percorsi di inclusione una ricchezza collettiva da valorizzare e incentivare. Cosa che non fanno, invece, le dichiarazioni di Lolini e Ulmi che rischiano di diffondere un clima che, da cittadino e genitore, considero preoccupante.
La complessa fase storica in cui viviamo ci costringe a lavorare tutti insieme per creare una cultura capace di mettere al primo posto di ogni nostra azione singola e collettiva la volontà di rendere la società veramente pronta a guardare l’altro con la mente e il cuore aperti al dialogo e non con il sospetto e con la paura. Oggi più che mai, come ci ricorda molto spesso Papa Francesco, dobbiamo operare attivamente per unire e non per dividere. Ed è proprio questo che come associazione facciamo quotidianamente con risultati positivi anche nel contesto territoriale, attraverso progetti di partecipazione attiva che hanno visto il coinvolgimento di numerosi cittadini di diverse nazionalità in percorsi di volontariato e cittadinanza attiva. Nella nostra esperienza, il sistema scolastico e gli studenti si sono dimostrati pronti a recepire nel migliore dei modi il messaggio di integrazione che abbiamo promosso.
Penso, ad esempio, alla campagna Puliamo il mondo che quest’anno è stata interamente dedicata alla lotta ai pregiudizi, declinando il tradizionale slogan in Puliamo il mondo dai pregiudizi. Ma penso anche alla festa dell’albero di ieri che, anche in questo caso, ha avuto ad oggetto una campagna di sensibilizzazione volta a consentire alla cultura della solidarietà e dell’accoglienza di avere radici sempre più forti. Con molte associazioni laiche e cattoliche della società civile stiamo cercando di diffondere una consapevolezza sempre più profonda, oltre che nei confronti delle tematiche ambientali, anche nei confronti di una cittadinanza globale, coinvolgendo le comunità che vivono in Italia e ribadendo che la cittadinanza non deve essere considerato come un puro e semplice atto burocratico quanto, piuttosto, uno strumento attraverso cui sentirsi parte di una comunità.
Il nostro impegno comune deve essere quello di costruire una società migliore per noi e per i nostri figli. Una società che affondi le proprie radici nella cultura della pace, dell’accoglienza ,della convivenza civile oltre che della salvaguardia del pianeta dai rischi ambientali. E se c’è una cosa di cui sono certo è che questi valori fanno parte del tessuto sociale grossetano. Adesso, però, è necessario che le autorità locali, le istituzioni, le associazioni del terzo settore, i genitori, i liberi cittadini si alzino in piedi e a gran voce lo ribadiscano con forza e senza timore. Ai miei figli ho insegnato che i muri vanno abbattuti e non costruiti. Facciamolo tutti insieme, senza pregiudizi e celebrando ogni giorno i migliori valori della convivenza civile.
Angelo Gentili”