GROSSETO – Il Professionale per i Servizi Socio sanitari a scuola di Costituzione per ricordare le Madri costituenti: venerdì 16 novembre, nell’aula magna del Polo Universitario grossetano, in occasione dei festeggiamenti per i settant’anni della nostra carta Costituzionale, gli studenti della classe V sez. A Servizi Socio Sanitari dell’I.S.I.S. “Leopoldo II di Lorena”, coordinati dalla loro docente prof.ssa Carla Di Gregorio, hanno presentato il loro lavoro: “La libertà è come l’aria, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”.
«La Costituzione garantisce la nostra libertà – sottolinea la scuola in una nota, ripercorrendo la partecipazione dei propri studenti al convegno – oggi spesso la libertà non si sa apprezzare, si dà per scontata, ecco la scelta del titolo. La Costituzione Repubblicana, nata alla fine della Seconda Guerra Mondiale e della lotta di liberazione, redatta dell’Assemblea Costituente, come sintesi dei dialoghi e della collaborazione di tutte le diverse espressioni politiche del Paese, è la nostra carta fondamentale. La Costituzione afferma una visione dei rapporti tra cittadini e un’organizzazione dello stato simile agli istituti della storia moderna dell’Europa: diritti e doveri fondamentali, bilanciamento e ripartizione tra poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) dello Stato democratico, ruolo centrale del Parlamento».
«Il settantesimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione – illustra la nota – è stata l’occasione per riflettere sul contenuto che ha permesso di costruire una società libera, più equa e solidale. Essa va difesa con convinzione in nome di principi essenziali quali la libertà, l’eguaglianza, la dignità umana. La Costituzione non è solo un “pezzo di carta”, certo da sola non si muove, siamo noi cittadini che dobbiamo mettere impegno, buona volontà e responsabilità per attuarla tutti i giorni. Nessuno può tirarsi fuori, l’indifferenza alla politica nega i principi della Costituzione. Gli studenti hanno lavorato esaminando le 21 madri costituenti, le loro esperienze e le loro battaglie. Hanno imparato che è necessario lottare in prima persona per ottenere il riconoscimento di diritti che implicano anche doveri altrettanto inalienabili. Hanno analizzato il contenuto e la forma di 2 articoli della Costituzione, artt. 3 e 37. Sono gli articoli nei quali è stata più determinante la presenza della componente femminile alla Costituente. Il 2 giugno del 1946, si svolsero le prime elezioni libere dopo la dittatura e vi presero parte tutti i cittadini italiani, uomini e donne, che avevano compiuto i 21 anni».
«L’evento, di per sé molto importante per tutto il popolo italiano – spiega la nota – fu decisamente innovativo e segnò l’inizio di una nuova epoca perché entrarono a far parte della vita politica del nostro paese anche le donne.
Furono elette 21 donne (cinque di loro fecero parte della Commissione dei 75) e, anche se rappresentavano solo il 4% dei deputati, la loro presenza fu fondamentale. Esse avevano vissuto da protagoniste gli anni della Resistenza e della dittatura. Molte di loro avevano pagato a caro prezzo il loro impegno politico. Alcuni interventi delle prime deputate sono rimasti celebri: “Il riconoscimento della raggiunta parità esiste per ora negli articoli della nuova Costituzione. Questo è un buon punto di partenza per le donne italiane, ma non certo un punto di arrivo. Guai se considerassimo questo un punto di arrivo, un approdo” (Teresa Mattei). Anche Merlìn, altro membro della “Commissione dei 75”, lascia un segno indelebile nella Carta Costituzionale. A lei si devono le parole dell’articolo 3: “Tutti i cittadini…sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso”, con le quali veniva posta la base giuridica per il raggiungimento della piena parità di diritti tra uomo e donna».
«Il lavoro presentato dalla classe – dice ancora la scuola – ha voluto mettere in evidenza i risvolti di quanto previsto dalla Costituzione nella vita di tutti i giorni. Le donne oggi possono esercitare tutte le professioni senza limite alcuno. Possono accedere a qualunque percorso di studio, dimostrando di essere al pari se non anche più brave dei colleghi maschi. Certo molta strada c’è ancora da fare, ma tanta ne è stata fatta, grazie alle donne che parteciparono attivamente all’Assemblea Costituente, alle loro intelligenze, alla loro competenze e sensibilità. Queste donne provenivano da dure esperienze di vita, di carcere, di deportazione, di confino, di difficoltà economiche. Esse seppero individuare gli strumenti necessari per perseguire e ottenere la parità.
Gli studenti sono stati bravi. Hanno saputo vincere la timidezza e parlare davanti alla folta platea di coetanei e adulti presenti. Menzione particolare alle cinque ragazze che lo hanno presentato proiettando diapositive di foto d’epoca e testimonianze dei protagonisti».
Il convegno si è poi concluso con una lectio magistralis di Giuliano Amato e Silvana Sciarra (giudici della Corte Costituzionale).