GROSSETO – «Oltre ad avere informazioni vetuste rispetto allo stato dell’arte, il consigliere Tornusciolo avrebbe fatto meglio ad informarsi e, se possibile, a studiare un po’ l’argomento, che dimostra di non conoscere» il sindaco, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, e l’assessore all’Urbanistica, Fabrizio Rossi, replicano così all’intervento dell’esponente di Casapound che ha annunciato l’organizzazione di una manifestazione in via dé Barberi.
«Ancora non ha compreso – proseguono i due amministratori – che il Peep di via De Barberi non è patrimonio del Comune ma fa parte di un più ampio e complesso problema che attualmente è in mano al Tribunale fallimentare di Firenze. Se avesse minimamente chiesto aiuto a un legale, o si fosse semplicemente limitato a chiedere agli uffici comunali, gli sarebbe stata spiegata la complessità delle procedure concorsuali in atto, che vedono il coinvolgimento di tre cooperative sulla strada del fallimento: Consorzio Etruria, la cooperativa La Valletta e la cooperativa Delia, che hanno rispettivamente tre curatori fallimentari. Il fallimento di queste tre cooperative investe 10 lotti, tutti inedificati tranne 2 parzialmente edificati con tamponature esterne e un relitto di cemento armato. Questi lotti fanno parte di un comparto definito appunto Peep via De Barberi, di proprietà privata e per nulla riconducibile al Comune di Grosseto».
«Già questo dimostra come siano fuori misura e pretestuosi gli addebiti del consigliere Tornusciolo nei confronti del Comune di Grosseto – proseguono Vivarelli Colonna e Rossi – che, come tutti i creditori delle tre cooperative devono sottostare alle stringenti regole delle procedure concorsuali. Da qui nascono le difficoltà di intervento da parte dell’Ente comunale, attuale creditore chirografario. Altresì le sue doglianze sul fatto che i 4 milioni di euro per il lotto 9 sono stati dirottati in un altro Peep sono totalmente fuori luogo: la scelta del Comune era obbligata, rischiando altrimenti la perdita del finanziamento».
«Se avesse appunto fatto un banale accesso agli atti, avrebbe saputo che la Regione, dopo una comunicazione dal Ministero – spiegano ancora sindaco e assessore – aveva imposto alla curatela fallimentare di avviare entro il novembre 2018 le procedure di vendita del lotto 9 assieme agli altri lotti, pena la decadenza del finanziamento. Pertanto, dopo aver ricevuto i primi d’ottobre i tecnici del Consorzio Etruria, averli portati nell’area e dopo aver ricevuto, sempre a ottobre, i curatori fallimentari dello stesso Consorzio Etruria, oltre ad aver messo alle strette coloro che dovevano occuparsi del finanziamento, l’Amministrazione comunale ha deciso di non rischiare di perdere i 4 milioni di euro, poiché i tempi e i meccanismi della procedura non consentivano di rispettare la scadenza imposta dalla Regione Toscana e dal Ministero. Quindi, onde evitare di avere non solo il danno ma anche la beffa, abbiamo preferito dirottare su un altro Peep affinché a Stiacciole potessero iniziare i lavori per i 22 appartamenti, laddove non c’era nessun problema giuridico-burocratico».
«L’impegno dell’Amministrazione comunale – chiariscono Vivarelli Colonna e Rossi -è stato quello di mettere alle strette la curatela: imporgli di rispettare l’ordinanza facendo i lavori di messa in sicurezza degli edifici ancora non completati (nonostante che gli interventi richiesti fossero a carico della stessa curatela a detrimento dei creditori); abbiamo incontrato il Questore di Grosseto, il Colonnello dei Carabinieri e il Prefetto chiedendogli di intensificare i controlli della Polizia di Stato nell’area e infatti, in dodici giorni, sono state fatte importanti retate anti-degrado e anti-droga, con fermi ed arresti».
«Infine – concludono i due amministratori – ricordiamo al consigliere Tornusciolo che, qualora voglia seriamente impegnarsi a studiare certi temi, che questa Amministrazione ha idee molto chiare e non è intenzionata a sanare solo un lotto, come i nostri predecessori, trascurando tutto il resto, bensì si sta impegnando a sanare tutti e dieci i lotti di quella complessa area, il cui degrado abbiamo ereditato e per la quale stiamo avviando un piano di concertazione con i curatori interessati affinché tutta l’area e non un singolo lotto possa presto uscire dal degrado, con un beneficio per tutte le realtà circostanti».