GROSSETO – “Animale alato e fantastico, dalla testa d’uccello e dal corpo di leone, in eterna lotta nella mitologia greca contro gli Arimaspi per proteggere il tesoro di Apollo”. Così l’Enciclopedia Treccani spiega la parola Grifone, simbolo anche di una Grosseto calcistica che oggi sta volando oltre ogni aspettativa. Parafrasando la mitologia greca potremmo dire che oggi giorno gli Arimaspi, uomini con un occhio solo, sono rappresentati da una parte dal poco pubblico e dall’altra da un campionato, quello d’Eccellenza, che il Grosseto non si meriterebbe visto il blasone e la storia.
Undici vittorie in dodici partite giocate, senza ancora conoscere la sconfitta, dovrebbero almeno raddoppiare domenica dopo domenica la presenza del pubblico. E invece il Grosseto continua a lottare quasi da solo, a fari spenti, senza mai incespicare. Ieri sera allo Zecchini, davanti a pochi tifosi, si è presentato un Montecatini ben messo in campo, che ha saputo sfruttare l’unico tiro del primo tempo per chiudere i primi 45’ in vantaggio. Il Grosseto, pasticcione rispetto al solito, ha creato ma senza riuscire a concretizzare. Nella ripresa però dagli spogliatoi è uscito il solito Grifone, quello volante, che in 7 minuti ha ribaltato la partita, conquistato la semifinale di Coppa Italia e lasciato agli ospiti il solito bottino: niente.
Domenica in casa del San Miniato Basso, squadra da non sottovalutare ma che in classifica ha 13 punti in meno dei biancorossi, rientrerà anche bomber Andreotti. Ma al di là di chi scenderà in campo, la certezza è quella di avere una squadra in grado di rappresentare al meglio, e con orgoglio, il capoluogo maremmano. Cosa che non si vedeva da un po’ di tempo.