Torna la rubrica a cura dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Grosseto. Qui trovate tutte le altre puntate: www.ilgiunco.net/tag/infermieri-informa/
Spesso “Il Giunco” riporta notizie di giovanissimi che giungono in Pronto Soccorso in gravi condizioni psico fisiche per abuso di Alcool. Il consumo e l’abuso di alcol fra i giovani e gli adolescenti è un fenomeno preoccupante ed attuale che si scontra con una cultura diffusa di approccio all’alcool come innocuo e naturale anche in contesti familiari nei confronti dei giovanissimi.
L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda invece la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni.
Eradicare l’abuso di alcool è uno degli obiettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che dichiara anche quanto questo sia particolarmente complicato da raggiungere. Eppure nel mondo in media 3 milioni di decessi ogni anno sono legati al consumo di alcol e un drammatico sbilanciamento nella fascia di età giovanile di questi eventi (l’alcol è implicato in circa un quarto dei decessi tra le persone di 20-39 anni) e di esiti di disabilità.
Non esistono soglie di consumo di alcol, neppure molto basse, considerate sicure per la salute: questo, in estrema sintesi, il messaggio della recente metanalisi di The Lancet – realizzata per il Global Burden of Disease Study – che ha superato la ristretta cerchia della comunità scientifica ed è stato diffuso a tambur battente dai mass media. Un messaggio forte ma, contrariamente a quanto si possa credere, tutt’altro che nuovo, dal momento che già nel 1995 L’Organizzazione mondiale della sanità dichiarava nella European Charter on Alcohol, condivisa a Parigi da 51 Stati membri, che livelli sicuri non esistono e affermava il valore del criterio “less is better” fondato sulla consapevolezza e il buon senso del consumatore.
In Italia dei circa 35 milioni di consumatori di bevande alcoliche più di 8,6 milioni (il 23,2% dei maschi e il 9,1% delle femmine sopra gli 11 anni di età) sono consumatori a rischio che devono essere oggetto di interventi di salute pubblica di contrasto a comportamenti alcol-correlati rischiosi o dannosi per la salute. Tra questi ci sono circa 800 mila minori, ai quali la vendita e somministrazione di bevande alcoliche sarebbe vietata sino ai 18 anni (L 189/2012), altrettanti giovani sino ai 24 anni di età e 2,7 milioni di anziani. Il binge drinking è la modalità prevalente per gli 1,7 milioni di giovani. L’esposizione all’alcol è causa di circa 41 mila accessi nei Pronto soccorso e di 57 mila ricoveri ospedalieri.
I comportamenti di consumo diffusi tra i giovani richiedono una particolare attenzione e adeguati interventi, per la possibilità di gravi implicazioni di ambito non solo sanitario ma anche psico-sociale, data la facilità di associazione con altri comportamenti a rischio, assenze scolastiche, riduzione delle prestazioni scolastiche, aggressività e violenza, oltre alle possibili influenze negative sulle abilità sociali e sullo sviluppo cognitivo ed emotivo.
Essi possono inoltre portare a condizioni patologiche estreme come l’intossicazione acuta alcolica o l’alcoldipendenza. Altri problemi nascono dalla diffusione di un uso dell’alcol simile a quello delle altre sostanze psicoattive, con finalità di sballo e ricerca dell’ubriachezza, uso che rischia tra l’altro di fungere da ponte verso le sostanze psicoattive illegali.
Il centro di riferimento dell’Azienda Sanitaria per chiedere aiuto, consigli e prese in carico è il “SERD” (www.uslsudest.toscana.it/index.php/guida-ai-servizi/dipendenze)