SCARLINO – Potrebbe riaprire già nei primi mesi del 2019. I tecnici di Scarlino Energia sono a lavoro per far tornare in funzione il prima possibile l’inceneritore del Casone. «Abbiamo l’autorizzazione della Regione e abbiamo il diritto e anche il dovere di riaprire. Un dovere morale che abbiamo nei confronti degli investitori, dei lavoratori e anche per la collettività». Moreno Periccioli, presidente della società titolare dell’impianto, è molto chiaro: noi andiamo avanti, adesso non si scherza più. «Per anni abbiamo cercato di tenere i toni bassi – dice Periccioli – per evitare di cadere nella polemica, ma ora è giunto il momento di dire basta con la bufale, basta con le fake news. L’impianto è a norma, lo dice l’autorizzazione».
Dal 2010 ad oggi, come spiegato dalla società Scarlino Energia, sono stati investiti nell’impianto, anche per assecondare le richieste arrivate da Provincia prima e Regione poi, più 62 milioni di euro. «Oggi – dice Periccioli – sono oltre 100 i lavoratori, diretti e indiretti, che ruotano introno all’impianto per un monte stipendi che supera i 3 milioni di euro all’anno. Non solo ma, dati alla mano, l’inceneritore di Scarlino deve rispettare dei limiti, per esempio nelle emissioni di diossina, molto precisi: stiamo parlando di dieci volte meno dei cementifici, tre volte meno delle acciaierie».
Per Scarlino Energia insomma l’impianto può tornare a funzionare così come ha dichiarato anche la settimana scorsa il Ministero dell’Ambiente, attraverso il Sottosegretario Salvatore Micillo (Movimento 5 Stelle) rispondendo alla Camera dei Deputati ad un’interrogazione parlamentare. «L’esponente del Governo – spiegano da Scarlino Energia – ha ribadito che l’inceneritore è a norma e che non ci sono evidenze, sull’impatto di natura ambientale e sanitaria, che ne possono impedire il riavvio».
Il lungo percorso giudiziario dell’impianto però (dal 2011 ad oggi sono state quattro le autorizzazioni concesse) potrebbe ancora non essere concluso. C’è la sentenza del Consiglio di Stato sulla precedente autorizzazione e c’è soprattutto il nuovo ricorso al Tar, annunciato dal sindaco di Follonica Andrea Benini. «Sul Consiglio di Stato siamo fiduciosi – dice Periccioli – perché i giudici non sono mai entrati nel merito dell’impianto, mentre per l’annunciato ricorso troviamo che l’atteggiamento del sindaco sia poco rispettoso a livello istituzionale. Avrebbe potuto aspettare la sentenza del consiglio di stato». Ma le critiche ai rappresentanti politici non hanno risparmiato neanche il capogruppo Pd in Regione Leonardo Marras, che recentemente aveva criticato l’impianto con la conseguente presentazione della mozione (poi approvata) in consiglio regionale. «Il presidente del gruppo più importante della maggioranza mette in discussione l’operato dei tecnici dell’ente che rappresenta dopo che da presidente di Provincia concesse per ben due volte l’autorizzazione. Ci sembra che qualcosa non torni».
Il riavvio dell’impianto, almeno secondo gli auspici della società, si concretizzerà a breve, forse già a gennaio. La battaglia di carte bollate invece sembra soltanto ad un nuovo inizio. L’attesa, per il momento, rimane però per la sentenza del Consiglio di Stato che potrebbe arrivare già prima della fine del 2018.