GROSSETO – Legambiente accoglie con soddisfazione la decisione della Regione Toscana di aumentare la quota destinata ai danni diretti subiti dagli allevatori arrecati dagli attacchi dei predatori, “essendo fondamentale – dice il cigno verde – sostenere in maniera significativa le aziende del territorio in grande difficoltà sia sotto il profilo economico che nella gestione quotidiana dell’attività”.
Dall’associazione ambientalista arriva, inoltre, l’invito ad intervenire non solo in riferimento ai danni diretti ma anche a quelli indiretti oltre che sostenere lo smaltimento delle carcasse il cui costo non può gravare sulle singole aziende “Com’è noto – prosegue Legambiente – gli allevatori rappresentano un insostituibile presidio del territorio, soprattutto per quanto riguarda le aree interne e marginali sempre più minacciate dai processi di spopolamento, degrado e dissesto idrogeologico. La filiera dell’allevamento ovino rappresenta, poi, un’eccellenza di grande valore dal punto di vista agroalimentare in fatto di produzione e trasformazione di formaggi di alta qualità. Per tale ragione, è fondamentale che i riflettori rimangano costantemente accesi e che le istituzioni continuino a stare a fianco degli allevatori in maniera concreta”.
“Per limitare i danni dei predatori – dichiara Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente – è necessario adottare accorgimenti quali, ad esempio, i ricoveri notturni e i cani da guardiania opportunamente educati, come ben dimostrano le aziende che, grazie al progetto MedWolf e all’impegno costante dell’associazione DifesAttiva, sono andate in tale direzione ed hanno contenuto in maniera significativa i danni provocati dagli attacchi dei predatori. Altro aspetto da non trascurare – continua Gentili – riguarda il fatto che è fondamentale gestire in maniera efficace il fenomeno del randagismo sempre più diffuso allo scopo di limitare i danni provocati da cani vaganti e ibridi che spesso minacciano le greggi. Il lupo è un animale protetto che rientra nella direttiva Habitat e che, dunque, deve essere tutelato con determinazione”.
“Siamo convinti – conclude Gentili – che il problema degli attacchi non si risolve con l’abbattimento di un numero limitato di lupi, come ipotizzato in varie occasioni sia dalle istituzioni tra cui la Regione Toscana che da comitati e associazioni, quanto piuttosto attraverso un adeguato sostegno agli allevatori al fine di consentire loro di adottare misure specifiche per limitare i danni e contrastare in maniera efficace il fenomeno del randagismo. Ciò al fine di creare un equilibrio capace da una parte di tutelare il lupo in quanto specie protetta e dall’altra di garantire agli allevatori di continuare a svolgere l’importante ruolo di presidi del territorio.”