ORBETELLO – C’è un’orbetellana in finale agli Issnaf award 2018 i premi ai migliori giovani cervelli italiani in Nord America, che verranno assegnati il 22 e 23 ottobre all’Ambasciata italiana di Washington nel corso dell’evento annuale di ISSNAF, che gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si chiama Sheila Russo 33 anni ingegnere di Orbetello laureata all’Università di Pisa cui è seguito un dottorato alla Scuola Superiore Sant’Anna nell’Istituto di Biorobotica; ed è una maga dei robot di precisione che assistono i chirurghi durante gli interventi più complessi.
«A Pisa sia in triennale che in specialistica – racconta – ho scelto di studiare ingegneria bio-medica e poi nel tempo è nata una vera e propria passione per la chirurgia robotica». Tanto da portarla a specializzarsi alla Scuola Superiore Sant’Anna nell’Istituto di Biorobotica con un dottorato di ricerca. Un cammino che le ha permesso di arrivare ad Harvard prima come post-doc e alla posizione di «Assistant Professor» nel dipartimento di ingegneria meccanica della Boston University poi. «Lasciare l’Italia è stata una scelta ben precisa, volevo scoprire realtà diverse. E devo dire che ci sono riuscita. Qui a Boston ho fondato un mio laboratorio nel campus e sono riuscita far assumere due dottorandi che hanno appena iniziato a lavorare nella squadra. Un’esperienza incredibile, ho avuto anche la possibilità di progettare fisicamente il laboratorio con un architetto».
Nel ‘suo regno’ Russo si occupa di disegnare le macchine, selezionare i diversi materiali e creare robot estremamente precisi. Impeccabili nei movimenti e semplici da comandare. «Stiamo sviluppando dei prototipi che consentano ai chirurghi di effettuare interventi complessi al colon. Spesso e volentieri solo un veterano della sala operatoria è in grado di effettuare questa tipologia di operazioni. L’idea è che grazie alla nostra tecnologia più chirurghi potranno realizzare con successo questi interventi». Il risultato, in breve, è un chirurgo «aumentato» nelle proprie capacità e nella propria destrezza.
La sfida per il team internazionale guidato da Russo non è da poco: l’ambizione è infatti produrre robot in miniatura e leggeri. «Uno dei problemi della chirurgia robotica – dice – è la grandezza dei macchinari di supporto al medico. Occupano spesso e volentieri l‘intera sala operatoria, hanno costi di manutenzione elevati e sono un intreccio di cavi e metallo. La nostra idea è invece quella di creare robot in materiali soft come le gomme siliconiche, che sono anche più semplici da controllare manualmente».
Ci vorranno anni per arrivare ai test sugli esseri umani, intanto però un robot è già stato utilizzato con successo su del materiale biologico ricavato da uno stomaco animale. «I primi passi sono stati fatti ora si tratta solo di aspettare i risultati, fare del nostro meglio e portare pazienza», sottolinea Russo. Che aggiunge come in questi casi far conoscere lo studio e i progressi fatti sia fondamentale. Soprattutto per incoraggiare le nuove leve. «Per fare un esempio il lavoro del mio laboratorio è molto seguito all’estero ma è quasi sconosciuto in Italia. Un peccato perché, magari, potrebbe interessare e stimolare i tanti giovani ricercatori italiani con il pallino per i robot e la medicina».
ISSNAF, che festeggia i suoi primi 10 anni, è la fondazione che riunisce oltre 4.000 uomini e donne di scienza italiani che lavorano e studiano fra Stati Uniti e Canada. Creata per iniziativa di 36 noti scienziati ed accademici, tra cui 4 Premi Nobel, è un’organizzazione non profit, la cui missione è quella di promuovere la cooperazione in ambito scientifico, accademico e tecnologico tra ricercatori e studiosi italiani che operano in Nord America ed il mondo della ricerca in Italia. È il maggiore rappresentante della diaspora intellettuale italiana in Nord America e un ponte che collega le due rive dell’Atlantico, per consentire la condivisione e la diffusione di un inestimabile patrimonio conoscitivo.