MANCIANO – «Durante l’ultimo Consiglio comunale, abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione che la maggioranza guidata dal sindaco Morini, non è disposta a comunicare e meno che mai a discutere le proprie scelte con la cittadinanza» il gruppo di opposizione Tradizione e Futuro commenta l’ultimo consiglio comunale. «Tutto il comportamento messo in atto dal sindaco e dai suoi consiglieri in questi 15 mesi di mandato parla chiaro e rileva un problema di trasparenza nella comunicazione da parte del sindaco, che sta diventando un elemento di grande preoccupazione per tutta la popolazione mancianese».
«Senza entrare nel merito delle scelte operate da questa maggioranza, né sulle capacità di risolvere i problemi del nostro territorio, denunciamo con forza la malcelata ostinazione con cui Morini e la sua giunta, continuano a tacere su ogni scelta intrapresa; un sistema che provoca danni alla gestione del territorio e ai cittadini e che si ritorce contro lo stesso sindaco, come testimoniato dalle questione delle isole ecologiche, comparse nei centri abitati del Comune all’insaputa di tutti e poi smantellate in seguito alle proteste dei cittadini stessi e la questione dei paletti in Piazza della Chiesa a Montemerano, in cui la Giunta ha deciso di “mostrare i muscoli “ e di non recedere nemmeno di fronte all’evidenza delle proteste, peraltro garbate e motivate, di cittadini, associazioni ed autorevoli storici dell’arte».
«Tale comportamento ci risulta inspiegabile considerando come il sindaco si è presentato ai cittadini durante la campagna elettorale – prosegue l’opposizione -: il motto “tra la gente per la gente” ha letteralmente inondato il paese durante il periodo pre-elettorale e nel programma elaborato dalla lista “Manciano Idea Comune”, tradotto nelle linee di mandato approvate in consiglio comunale, si prevedeva l’attivazione di numerose forme di partecipazione: commissione consiliare per l’ascolto dei giovani, tavolo di concertazione sullo sviluppo urbanistico, progetto “filo diretto” per la gestione delle relazioni con i cittadini, centri di ascolto a cadenza periodica nelle frazioni e nel capoluogo, tavolo verde in materia di agricoltura e tavolo venatorio, tavolo del turismo con le strutture ricettive e commissione pari opportunità. Non una di queste intenzioni è stata realizzata e, come affermato dallo stesso Capogruppo di maggioranza Bulgarini durante la seduta dell’ultimo consiglio comunale, la partecipazione è attivata dai colloqui ad personam che gli assessori tengono con cittadini evidentemente ritenuti meritevoli di tale privilegio rispetto al resto della popolazione».
«Al consiglio comunale di venerdì scorso – commenta il consigliere Antonio Camillo – il gruppo Tradizione e Futuro ha presentato due mozioni, una sulla gestione pubblica del sito delle Cascate del Gorello, l’altra sulla richiesta di rimozione dei paletti in piazza della Chiesa a Montemerano. I numerosi cittadini presenti, nonostante il tentativo del Sindaco di scoraggiare la partecipazione convocando il consiglio per le otto e trenta di un giorno lavorativo – continua Camillo – hanno potuto toccare con mano la volontà della maggioranza di non dialogare con loro; chiaro il mandato di non aprire una discussione su un tema così importante e vitale per il nostro territorio come quello delle Cascate del Mulino, ma di limitarsi a un voto contrario alla mozione senza fornire alcuna argomentazione in proposito, se non quella di paventare un fantomatico progetto, senza illustrarne nemmeno i principi. A conclusione del Consiglio comunale – prosegue Camillo – tra lo sbigottimento dei presenti che, come riportato anche dai giornali sulla cronaca locale, sono usciti dall’aula per protesta, il Capogruppo Bulgarini, ha affermato di “fregarsene” della democrazia partecipata, chiarendo così una volta per tutte qual è l’intenzione del Sindaco e della sua maggioranza, governare a porte chiuse e condividere le proprie decisioni solo in incontri personali con chi si ritiene meritevole di essere coinvolto nella gestione della cosa pubblica. Secondo noi questo modo di amministrare – conclude Camillo – è sbagliato, in quanto l’azione politica dovrebbe essere portata avanti in modo trasparente, pubblico e partecipato».