ARCIDOSSO – Geotermia e Salute: se ne è parlato il 16 ottobre ad Arcidosso. Gli scienziati dell’osservatorio epidemiologico di Ars, quelli di Arpat e del Cnr hanno presentato in una pubblica assemblea i risultati di uno degli approfondimenti più rilevanti, previsti nel progetto “Geotermia e salute” di Ars. Si tratta dello studio di coorte residenziale condotto da Ars nell’area geotermica amiatina. Un lavoro capillare e meticoloso, perchè lo studio ha previsto per ciascuno dei cittadini dei comuni di Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Santa Fiora, Castel del Piano, Piancastagnaio e Castell’Azzara, che si sono sottoposti ad analisi, la ricostruzione accurata delle loro storie residenziali, delle singole storie di malattia e delle esperienze di esposizione a acido solfidrico e agli altri inquinanti emessi dalle centrali geotermiche storicamente presenti nel territorio. Uno dei punti forti dello studio è stata proprio la ricostruzione dell’esposizione storica alle emissioni eseguita mediante un modello diffusionale, che è stato illustrato dai tecnici di Arpat. Il modello diffusionale ha utilizzato i migliori codici di calcolo disponibili a livello internazionale e i risultati sono stati validati secondo le tecniche previste dalle linee guida europee.
Esposizione storica alle emissioni: dallo studio non emerge alcuna relazione tra aumento delle concentrazioni di H2S e rischio di mortalità per cause naturali e tumori, anzi gli esposti a concentrazioni più alte di H2S mostrano un rischio di mortalità e ricovero per tumori più basso dei non esposti, soprattutto nelle donne. Per le malattie respiratorie, invece, i dati mostrano che all’aumentare dell’esposizione aumenta anche il rischio di decesso o di ricovero, in particolare per le malattie respiratorie croniche. I risultati sulle malattie cardiovascolari sono più discordanti e difficili da interpretare, in quanto mostrano andamenti disomogenei tra dati di mortalità e ricovero e per diversi gruppi di patologie. Questi risultati sono in linea con quanto emerge dalla stessa letteratura internazionale ad oggi disponibile sugli effetti sulla salute dell’esposizione a basse concentrazioni di H2S. Ad oggi infatti, è stato detto, non ci sono studi che evidenziano un rischio oncologico dell’H2S, mentre sono diverse le esperienze di ricerca sugli effetti sull’appartato respiratorio, anche se i risultati sono ancora discordanti (vedi studi di Bates a Rotorua).
Aggiornamento studio InVetta e i dati aggregati a livello comunale: il 16 ottobre sono stati fatti anche due aggiornamenti, uno sull’andamento dello studio InVetta e l’altro sui dati aggregati a livello comunale. Per lo studio InVetta ad oggi i partecipanti sono 1567, di cui il 54% sono volontari. Il reclutamento del campione continuerà fino a giugno 2019.
Per i dati comunali il dato più interessante riguarda l’andamento storico degli eccessi di mortalità generale dei comuni amiatini. Dopo i picchi del 13-14% registrati nel periodo 2000-2006, che erano presenti nel report del Cnr del 2010, negli ultimi anni disponibili, cioè dal 2009 al 2015, l’eccesso si è notevolmente ridotto al 3,3%. Persiste invece l’eccesso di mortalità per tumori che nel periodo 2009-2015 si assesta al 13%, dopo i picchi del 20% registrati negli anni precedenti.
Il sindaco di Arcidosso Jacopo Marini commenta questa iniziativa scientifica in modo lusinghiero: “Gli studi stanno andando avanti e costituiscono un presidio per la salute del territorio. Questo è fondamentale, che il nostro territorio sia monitorato. Il capillare studio su cui si cimentano i ricercatori di Ars, Arpat e Cnr si configura come uno dei più approfonditi lavori di ricerca in questo ambito che potrà consentirci di avere, al più presto, cognizione completa sullo stato di salute dell’Amiata e dei suoi abitanti. Per ciò che riguarda i dati presentati, non posso che essere confortato dal calo dell’eccesso di mortalità dal 13 al 3,3%. Quella di Ars Toscana è un’attività di indagine e monitoraggio davvero fondamentale alla quale ora si affianca il progetto sulla qualità dell’aria presentato ad Arcidosso, nei giorni scorsi, dal Prof. Armando Bazzani dell’Università di Bologna e da altri illustri scienziati”.