GROSSETO – «Tra qualche giorno il Consiglio Comunale sarà chiamato ad approvare il bilancio consolidato anno 2017» a parlare sono Gianluigi Perruzza, Francesca Amore, Daniela Lembo, Antonella Pisani, consiglieri comunali e portavoce del Movimento 5 stelle.
«Il bilancio consolidato – spiegano i consiglieri pentastellati in una nota – è una recente novità nel panorama della contabilità pubblica e prevede che i conti della serva si facciano considerando anche lo stato di salute di quella galassia composta da società partecipate, enti, fondazioni, istituzioni, e chi più ne ha più ne metta, sostenute anche con i nostri soldi, i soldi dei cittadini».
«Lo Stato, per non far troppo arrossire di vergogna gli amministratori della cosa pubblica si è inventato due elenchi: il primo raccoglie tutti questi soggetti – prosegue la nota – mentre il secondo è di fatto un estratto del primo, dove le giunte comunali, con propria delibera, ne inseriscono soltanto alcuni, i cui conti saranno poi effettivamente inseriti nel bilancio consolidato. Insomma, se da una parte si è spinto le amministrazioni pubbliche ad elaborare bilanci economico-finanziari tipici del settore privato perché ritenuti (a ragione) più veritieri (e di conseguenza meno falsi), dall’altra si commette una leggerezza lasciando un potere discrezionale alle Giunte nello scegliere a quali (pochi) soggetti andare a fare le pulci. Ma questa differenziazione per noi non ha senso e porta ad una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini. Se di elenchi si deve parlare, che ce ne sia soltanto uno e tutti entrino nel tritacarne dei conti pubblici, i cittadini se lo meritano».
«Un esempio su tutti? La R.A.M.A. spa. Ve la ricordate si? – chiedono i consiglieri, che proseguono – Fiore all’occhiello, orgoglio della Maremma tutta, dilaniata dalle politiche accentratrici del PD toscano. Un buco da oltre 8 milioni, le cronache attente agli sviluppi del caso. E poi la nascita del progetto E-Life, gli autobus elettrici made in Maremma finiti in liquidazione non prima di aver sperperato fiumi di soldi pubblici: forse uno dei peggiori esempi di commistione tra pubblico e privato. Ebbene, la Rama è presente nel primo elenco, ma non nel secondo. E con lei, molte altre, basta leggere gli atti».
«Il Movimento 5 stelle ritiene che il Comune non debba operare in modo parziale nel valutare le prestazioni delle proprie società, enti, fondazioni e istituzioni – conclude il Movimento 5 Stelle del capoluogo – ma dovrebbe inserire tutti i soggetti del primo elenco anche nel secondo elenco in modo tale che tutti i soldi pubblici spesi, fino all’ultimo centesimo, siano rendiconti e resi pubblici di fronte agli occhi dell’azionista degli azionisti: il cittadino».