GROSSETO – «La Federalberghi di Grosseto intende ancora una volta rimarcare quanto nella Provincia di Grosseto, come del resto sul tutto il territorio nazionale, il sommerso nel turismo sia giunto a livelli di guardia» a dirlo è l’associazione di categoria in una nota, a firma del presidente, Maurizio Parrini, e del direttore, Pier Paolo Carpenetti.
«Una situazione che di fatto – spiega Federalberghi – può generare una minor sicurezza sociale, il dilagare indiscriminato dell’evasione fiscale e del lavoro nero. Nei mesi scorsi, grazie al lavoro svolto dalla Federalberghi Nazionale con l’ausilio della Incipit Consulting, è stato elaborato uno rapporto sulla shadow hospitality con un censimento di quasi 400mila appartamenti italiani disponibili su Airbnb. Ad agosto 2018, nella Provincia di Grosseto, risultavano disponibili su Airbnb 6.283 alloggi, in crescita del 131,93% rispetto ad agosto 2016, in cui erano pubblicizzati 2.709 alloggi».
«Degli annunci presenti su Airbnb.it, 5.460 (86,90%) sono riferiti ad interi appartamenti; 4.092 (65,13%) sono disponibili per più di sei mesi; 3.969 (63,17%) sono gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio – illustra la nota – i dati parlano chiaro, non è vero che si tratta di forme integrative del reddito, sono attività economiche a tutti gli effetti che molto spesso fanno capo ad inserzionisti che gestiscono più alloggi. La maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno, pertanto il turista non condivide affatto l’esperienza con alcun titolare».
«Non è vero che si tratta di attività occasionali – prosegue Federalberghi – perchè la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno. Ne consegue che il consumatore è ingannato due volte, infatti viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività, del mercato. Si pone, inoltre, con tutta evidenza un problema di concorrenza sleale, che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza».
«Ci auguriamo – conclude la nota – che gli organi competenti si attivino prima possibile per regolare questa nuova forma di ricettività, la Federalberghi di Grosseto, al fianco dei propri associati, è pronta a mettere a disposizione di tutte le amministrazioni territoriali la documentazione dell’indagine, nonché delle autorità investigative competenti, che desiderano fare luce sul fenomeno».