GROSSETO – “Sul futuro dei negozi Unicoop della provincia di Grosseto, dei lavoratori internali e dei part time verticali, continua a esserci sempre grande confusione e incertezza”. Lo afferma la Fisascat Cisl di Grosseto commentando la mobilitazione di 8 ore.
“I lavoratori sono preoccupati – spiega Katiuscia Biliotti della Fisascat Cisl – e questa scarsa chiarezza da parte della proprietà crea preoccupazione, instabilità e sgomento. Da troppo tempo alcune categorie di lavoratori non ricevono risposte. Ci sono interinali che ormai da tempo non vengono impiegati per sostituire ferie e malattie, ma utilizzati a tutti gli effetti nei punti vendita che, senza di loro, non sarebbero nemmeno in grado di alzare le saracinesche e da anni ai lavoratori in regime di part time verticale, che lavorano 5 o 8 mesi all’anno, viene promessa una stabilizzazione”.
Nel maggio del 2017 l’azienda indisse un referendum tra i dipendenti per arrivare a un accordo. “I termini di quell’accordo – continua Biliotti – non sono stati rispettati, anche se stabiliti con i lavoratori che per giunta si sono visti ridurre i compensi. Cancellare tutta la contrattazione integrativa vigente significa avere un duplice obiettivo: ridurre il costo del lavoro e renderne iper flessibile l’organizzazione. Come se fino ad oggi non fossimo andati in questa direzione. Forse ancora nessuno se n’è accorto, escluso i lavoratori”.
“È evidente – conclude la rappresentante Fisascat – che questa situazione non possa andare avanti e che la crisi di Unicoop Tirreno ha radici molto più profonde. Si parla di 8 negozi ceduti nel Lazio: ma quali sono in Toscana quelli sotto osservazione? Inoltre, quando nell’incontro del 5 settembre scorso abbiamo chiesto una valutazione del sistema occupazionale non abbiamo ricevuto risposta. È arrivato il momento di fare chiarezza e speriamo che l’incontro di domani a Roma dia risposte certe e sicure”.