ORBETELLO – «Il turismo è un settore con un peso determinante nell’economia del nostro Paese: vale l’11 per cento del PIL e il 12,5 per cento dell’occupazione» così il senatore lagunare, Roberto Berardi, è intervenuto ieri in aula per ribadire il no di Forza Italia alla direttiva Bolkestein per imprenditori balneari e ambulanti.
«Le destinazioni balneari sono le preferite dal 68% dei turisti – spiega Berardi, ripercorrendo l’intervento – che si dichiarano molto soddisfatti dei servizi offerti, con ben 30mila imprese e oltre 100mila addetti nel settore. Lungo tutta la nostra penisola gli stabilimenti balneari rappresentano un comparto economico fondamentale che non può essere lasciato in balia di una normativa ancora incerta né, tantomeno, in attesa di tavoli o riunioni tecniche che ad oggi non è dato sapere quando avverranno. Occorre una legge di riforma che dia garanzia a queste imprese e che tuteli le specificità della loro attività».
«Nel corso degli ultimi decenni gli operatori balneari hanno migliorato – prosegue il senatore – con il proprio lavoro, sacrifici e investimenti, l’aspetto e la funzionalità delle nostre coste, fino a renderle il simbolo dell’eccellenza turistica che il mondo ci invidia. Questo patrimonio, che non è soltanto economico, ma culturale e direi addirittura identitario del nostro Paese rischia di essere annientato, distrutto, perso per sempre. È perciò nostro dovere evitare che ciò accada, tutelando le migliaia di piccole imprese, spesso a conduzione familiare, che hanno dato vita e corpo al settore».
«Infatti non stiamo difendendo le lobby – conclude Berardi – i grandi fondi d’investimento o i poteri forti, ma solo e soltanto le famiglie che ormai da troppo tempo si trovano in una situazione di palese incertezza. Noi come Forza Italia, con in testa il Presidente Silvio Berlusconi, siamo da sempre al fianco dei lavoratori e del mondo del lavoro. Non possiamo dire altrettanto del Governo che ha solo creato “danno” al mondo del lavoro a partire con il cosiddetto “decreto dignità”, per proseguire con la confusione riguardo le graduatorie degli insegnanti, fino ad arrivare all’assurda proposta di chiusura degli esercizi commerciali nei giorni festivi. Gli Italiani chiedono lavoro, lavoro vero, non le vostre elemosina».