GROSSETO – «Piu’ di 200 dipendenti interinali, impiegati con contratti in somministrazione attraverso le agenzie interinali ch,e dopo 4 anni di duro lavoro in tutta l’area sud della Toscana, verranno lasciati a casa con il pretesto aziendale della nuova normativa, Decreto Dignità» a comunicarlo sono i Segretari Territoriali UGL di Livorno Grosseto Siena e Arezzo, Nigro, Bogi, Boscagli e Turcheria.
«Nel decreto viene prevista la stabilizzazione in un termine temporale minore rispetto al passato – spiegano i segretari in una nota – In realtà il problema, ad avviso sindacale, si sarebbe presentato comunque, solo rimandato di qualche mese. Questa la tematica dell’incontro del 12 settembre, che ha visto protagonisti l’Azienda Sei Toscana e tutte le organizzazioni sindacali».
«Come Ugl siamo presenti in azienda dallo scorso dicembre con una Rsu, Andrea Rabiti – prosegue la nota – e abbiamo partecipato agli ultimi incontri con le segreterie territoriali fino alla ultima riunione, appunto quella del 12, quando, al momento della firma del verbale, chiedendo all’Azienda di inserire alcune nostre osservazioni, ci è stato impedito di farlo da alcune delle altre sigle presenti».
«Un tale atteggiamento ci risulta incomprensibile – sottolineano i segretari – in quanto limitativo del diritto di rappresentanza, sancito in primis dai lavoratori che aderiscono alla UGL. Nel merito volevamo maggiori approfondimenti sul percorso temporale che prevederà la sola stabilizzazione dei circa 150 “fortunati”. Prendiamo atto di questo grave atteggiamento soprattutto in un momento delicato di una vertenza, dove occorrerebbe trovare soluzioni per i lavoratori e le loro famiglie in maniera forte e unitaria».
«Non si parla di piccoli numeri ma di centinaia di persone che nello scenario migliore prospettato, nel giro di un paio di anni, solo in minima parte potrà essere assorbito nell’organico aziendale – aggiunge la nota – ma per il rimanente numero si potrebbe prospettare un’ assunzione tramite cooperative con i rischi di perdite salariali e normativi. Per i rimanenti 250 lavoratori quale futuro?»
«Come UGL non ci facciamo e non ci faremo intimorire – conclude la nota – Chiederemo quindi, in tempi brevissimi, un incontro all’Azienda al fine di tutelare tutte le persone che in questi anni hanno svolto un duro lavoro».